Da megayacht a mezzo di soccorso, ecco Dragonfly

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Dragonfly è un’imbarcazione di lusso che misura ben 73 mestri e dopo il ciclone Pam che ha interessato una vasta zona del Pacifico e le Vanuatu in particolare, ha abbandonato le spoglie di yacht di lusso per trasformarsi in vettura di soccorso. Mike Gregory che è il comandante di Dragonfly racconta:

“Abbiamo navigato per due anni in queste acque eravamo scioccati e tristi per quello che è accaduto a queste persone che ci hanno sempre accolto con affetto. Sapevamo che le risorse che avevamo a bordo avrebbero potuto fare la differenza e forse anche salvare qualche vita. E così siamo partiti”.

Un’imbarcazione lussuosa in una zona devastata da un ciclone c’entra poco e niente. Meglio trasformarla e dall’essere un’esibizione di lusso, farla diventare un mezzo di servizio. Era necessario lì a 1750 chilometri dall’Australia.

Il Dragonfly ha operato a stretto contatto con Yacht Aid Global, un’organizzazione che coordina gli interventi dei megayacht in aree devastate da calamità naturali.Nel mondo ci sono 36 superyacht che collaborano con Yacht Aid Global. La Gazzetta dello Sport racconta quello che è successo:

Per giorni è stata emergenza totale, poi aiuti sono giunti da ogni parte del mondo: anche dall’ Unione Europea che ha stanziato un milione di euro. Ma c’è chi ha voluto fare di più come la compagnia di noleggio Y.CO e l’equipaggio del Dragonfly (che comprende anche un medico e un fisioterapista), che subito dopo il disastro ha caricato a bordo una grossa quantità di generi di prima necessità e ha percorso più di 1600 miglia per attraversare il Pacifico e raggiungere al più presto la popolazione colpita per prestare i soccorsi. Quando Dragonfly è giunto sul posto, la situazione era veramente drammatica: c’era bisogno di qualunque cosa, soprattutto di acqua potabile perché i pozzi erano andati completamente distrutti.

 

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