Acquistare un barca, evitare la truffa – parte prima –

di Redazione Commenta


Con questa serie di post vogliamo dare alcuni consigli pratici, ai futuri neo armatori, al fine di non trovarsi nelle condizioni di essere esposti alle trame dei truffatori professionisti o di dover rischiare di confrontarsi con operatori e cantieri nautici poco seri.

Il sottoscritto, come molti altri colleghi, troppo spesso hanno l’incombenza di difendere, gli ignari armatori/acquirenti, da una pletora di personaggi loschi e disonesti, che si insidiano nelle varie  e rispettabili categorie del settore nautico quali:  Cantieri, Broker, Assicuratori e Dealer .

Purtroppo con la diffusione del mercato della nautica da diporto molti oscuri personaggi si sono rivolti a questo settore merceologico, convinti di fare soldi facilmente ed in breve tempo. In effetti le cifre delle barche, mediamente, sono molto superiori a qualsiasi altro bene durevole e pertanto il truffatore che voglia mettere a segno qualche colpo e poi sparire, può facilmente trovare i cosiddetti: “polli da spennare”, anche senza dare troppo nell’occhio.

Negli ultimi due lustri broker, società ed anche cantieri sono sorti quasi dal nulla. Molto spesso dietro a queste new entry, dai nomi altisonanti e che esponevano i loro annunci dietro alle vetrine illuminate e reclamizzati, comprando spazi pubblicitari per migliaia di euro su riviste patinate, si nascondevano delle vere e proprie organizzazioni criminali dedite alla truffa.

In altri casi, più frequenti in verità, il disonesto si limitava a vendere una barca da “rottamare” spacciandola per bellissima e senza nessun problema, mentre dopo il varo il neo armatore si accorgeva, suo malgrado, che l’imbarcazione faceva letteralmente “acqua” da tutte le parti. L’ultimo caso che mi è capitato, in  ordine di tempo, è quello di un professionista milanese che si era fatto convincere, da un poco serio rivenditore per non dire di peggio, ad acquistare una barca da un cantiere Polacco. Dopo varie peripezie ed due barche sostituite perché fallate e giudicate inidonee alla navigazione, il povero tapino si trova ora nella condizione di dover adire alle vie legali, nel difficile tentativo di far valere le proprie e sacrosante ragioni.

Dopo aver sborsato oltre 80 mila euro lo sfortunato armatore oggi è proprietario di una barca che si delamina in più punti e che dovrebbe essere sostituita dal famigerato cantiere, il quale però da oltre 6 mesi ha fatto perdere le proprie tracce. Il rivenditore italiano ben si guarda dall’assumersi qualsiasi responsabilità, minimizzando ogni episodio contestato e scaricando ogni colpa sul cantiere “Fantasma”.

Ma con in tempi elefantiaci delle giustizia italica e l’onere della prova a carico del compratore l’impresa sembra assai ardua e difficile; pertanto noi consigliamo sempre di seguire la massima: “prevenire è sicuramente meglio che curare”, perché poi quando ci si trova di fronte all’irreparabile le speranze sono quasi nulle e molto spesso vane anche in caso di vittoria.

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