Il “democratico” Giappone condanna a due anni di carcere a Peter Bethune

di Redazione Commenta

Peter Bethune

L’ambientalista Peter Bethune è stato condannato a due anni di reclusione con la condizionale per aver “assaltato” una nave baleniera battente bandiera del sol levante durante il tentativo di arginare l’ennesimo massacro degli splendidi cetacei.

Questa scandalosa sentenza del tribunale di Tokyo è arrivata come un fulmine a cel sereno, mentre   l’ambientalista di Sea Shepherd era  intento a promuovere la difesa delle balene e sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale.

L’accusa a colto la tesi dei balenieri, affermando che Peter era salito su una baleniera con lo scopo di “arrestare” il comandante per l’attività di caccia ai cetacei.

Secondo le menti “eccelse” del  tribunale di Tokyo l’ecologista di Sea Shepherd, che quest’inverno aveva cercato di ostacolare una baleniera nipponica durante l’attività di caccia in Antartide, è stato dichiarato colpevole di essere salito illegalmente sulla nave Shonan Maru, gemella della Nishin Maru – protagonista del romanzo “ Il mondo alla fine del Mondo “ di Sepulveda – , e di aver assalito un marinaio, lanciandogli una bottiglia piena di burro rancido.

La cosa assurda è che nelle settimane precedenti, Bethune, a bordo del trimarano del suo Ady Gil, era stato speronato e fatto affondare dalla stessa baleniera, ma per questo grave reato di pirateria, trasmetto da tutte le televisioni del mondo, nessun provvedimento è stato preso nei confronti del comandante della baleniera.

Nelle realtà l’ambientalista era salito sulla baleniera solo con lo scopo di “arrestare” simbolicamente  il comandante, per l’attività di caccia ai cetacei definita da Sea Shepherd illegale, a dispetto di una moratoria del 1986, firmata anche dal Giappone, che la vieta lo sterminio per finalità commerciali.

Nonostante questa moratoria per la salvaguardia del mammifero, che in tempi passati ha rischiato l’estinzione, la flotta giapponese continua impunemente a cacciare balene in tutto il mondo difendendosi con la scusa di ucciderle solo per scopi scientifici.

Oltre al Giappone, Islanda e Norvegia non hanno accolto le disposizioni della moratoria e continuano a cacciare balene senza controlli.

Per fortuna il Mediterraneo essendo contornato da stati che invece applicano il divieto assoluto di caccia sta diventando pian piano un vero rifugio dei cetacei, una sorta di zona franca dove gli animali possono rifugiarsi e vivere tranquillamente.

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