Marco Nannini, dal sogno della OSTAR alla sfida in Classe 40

di Redazione 1

Classe 40 Marco Nannini

La vita di molti navigatori in certi momenti può cambiare rotta senza neanche saperlo. Per Marco Nannini è successo tutto quasi per caso, anche se la passione per la vela era nel suo DNA sin da quanto portava i pantaloni corti.

Da semplice bancario, prigioniero della vita dietro una scrivania, è riuscito nella sua più grande impresa vincere una regata in solitario e diventare un professionista o quasi della vela d’altura. Certamente non è da tutti saper rischiare i risparmi di una vita per cercare di realizzare un sogno, ma è così chi non ci prova, mai avrà la certezza delle proprie azioni.

La sua prima grande vittoria alla OSTAR del 2009, nella classe IRC3, gli ha consentito di trovare alcuni sponsor per potersi comprare una nuova barca e dopo aver venduto il Sigma 36 “British Beagle”, con il quale aveva raggiunto il traguardo, oggi si è orientato verso la nuova Classe dei 40 piedi. Così ha comprato “Mowgli” del cantiere Akilaria che ha già partecipato alla Portiamo Global Race nel 2008-2009 con gli skipper Jeremy Salvesen e David Thomson.

Nella prossima sfida del 2011, che porterà i concorrenti a raggiungere alcune mete tra le più difficili al mondo, sarà accompagnato da un co-skipper di cui non si sa ancora il nome, ma che sicuramente potrà avere un’occasione in più per dimostrare la forza della vela italiana.
Dopo la partecipazione alla Rolex Fastnet del 2007 ed alla vittoria in solitario della OSTAR la carriera di velista di Nannini sta prendendo la direzione del professionismo puro, anche se nel nostro paese sponsor e grandi marchi, anche del madein Italy, non sostengono massicciamente lo sport della vela come accade invece nella vicina Francia dove molti skipper possono vantare appoggi economici di tutto rispetto, così da consentire loro di diventare professionisti puri e stravincere molte regate internazionali.

Noi, dal canto nostro cerchiamo di dare spazio anche a quegli skipper meno conosciuti dal grande pubblico, con la speranza che prima o poi diventino dei veri big della vela professionistica e che magari, anche con il nostro piccolo contributo promozionale, riescano a trovare uno sponsor in più.

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