Rimini Yacht, Lolli arrestato in Libia

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Non è durata molto la latitanza di Giulio Lolli, proprietario delle Rimini Yacht ed autore di una delle truffe più clamorose mai avvenute nel mondo della nautica da diporto. Il suo presunto nascondiglio era molto più vicino all’Italia di quanto si potesse immaginare e non in qualche paradiso caraibico come qualcuno sospettava.

Dopo alcuni mesi di latitanza, infatti,  il Lolli è stato tratto in arresto domenica mattina  scorsa a Tripoli. A far arrivare sulle tracce del Lolli l’interpol e gli investigatori italiani è stato un flusso di denaro sospetto che dalla svizzera sarebbe finito in alcune banche del Maghreb i cui conti erano riconducibili a prestanome del Lolli

Da qualche mese gli investigatori della confederazione elvetica tenevano controllati i conti segreti del Lolli così quando un bonifico da ben 700 mila euro stava per essere trasferito in una banca di Tunisi, l’hanno bloccato sequestrando la somma avvisando, al contempo, i colleghi italiani.

Le indagini si sono così concentrate sui Paesi nordafricani, a partire dalla Tunisia, e poi dal Marocco fino ad arrivare alla Libia. È presumibile che proprio in questi tre Paesi, e non in un paradiso fiscale caraibico, Lolli abbia trascorso i suoi otto mesi di latitanza, a quanto pare a bordo di una delle sue lussuose barche.  A catturare il Lolli sono stati gli uomini dei Reparti speciali operativi dei Carabinieri, uomini della Guardia Costiera insieme alla polizia di Tripoli.

A Lolli il Pm di Rimini Davide Ercolani contesta i reati di associazione a delinquere, truffa, appropriazione indebita, falso e anche riciclaggio. Un’accusa, quest’ultima, che nasce da sospetto, poi concretizzatosi in seguito ad alcuni accertamenti, che la Rimini Yacht fosse anche un contenitore per ripulire denaro sporco proveniente dai traffici illeciti delle organizzazioni malavitose.

Il fallimento della Rimini Yacht ha generato un buco da oltre 100 milioni di euro e tutti i dipendenti a spasso, con aspetti dai contorni oscuri che forse solo il Lolli stesso potrà chiarire ai magistrati una volta estradato in Italia. L’organizzazione criminale messa in piedi dal Lolli è stata una della tante operazioni sgominate dalla autorità, ma solo dopo molti anni di attività illegale che ha causato una concorrenza sleale della Rimini Yacht ai danni di quelle società oneste che operavano nel settore nautico.

Resta da chiedersi come abbia fatto “illustre” imprenditore riminese per tanti anni ad operare, come era ben noto agli altri operatori del settore, al limite della legalità  senza mai destare sospetti in chi aveva il dovere di prevenire e sorvegliare che tali fatti e reati non accadessero.

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