SLY Yachts soffre la “zavorra” della crisi finanziaria

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Sly 61

Nonostante la presentazione del nuovo modello da 61 piedi, il cantiere Sly Yachts di Cesena non riesce più a far fronte ai propri impegni a causa della crisi finanziaria. A materializzare la prospettiva dell’insolvenza è una lettera inviata, dal rappresentate della società,  a tutti i creditori dove li si porta a conoscenza della situazione, sottolineando come la società non sia più in grado di far fronte agli  impegni assunti.

Nel caso i creditori non dovessero accettare le proposte della società, per Sly Yachts si aprirà un lungo periodo di incertezza e cupe prospettive, per tutti i dipendenti.

Un’ altra possibilità, al momento al vaglio della dirigenza della società, è l’ingresso di nuovi soci finanziatori. L’immissione di capitali freschi, ristabilirebbe l’equilibrio finanziario e la liquidità della società, costituendo il giusto aumento di capitale che consentirebbe di ripartire sulla strada del successo percorso sino a questo momento, con barche di alta gamma e prestigio.

Purtroppo la crisi mondiale, che ha colpito anche il mondo della nautica, non risparmia nessuno e molti cantieri si trovano in grosse difficoltà a tal punto di chiedere la cassa integrazione straordinaria per le proprie maestranze.

Certo, la bolla speculativa finanziaria prima o poi doveva scoppiare, ma gli effetti devastanti sul mondo della nautica potevano e dovevano essere previsti, dato che da molto tempo si era iniziato un circolo vizioso sulle strategie di vendita, delle barche nuove, imperniato esclusivamente sui contratti di Leasing.

Se poi si considera che l’agevolazione sull’IVA, creata per combattere il fenomeno delle locazioni finanziarie “made” in France, ha fatto risparmiare anche il 50 % dell’imposta ai neo armatori, si capisce perché moltissimi di loro abbiano optato per questo metodo di acquisto.  Sull’onda dell’entusiasmo e della facile promessa di armare una vela o condurre una barca a motore, praticamente senza avere capitali, sono nate moltissime società di Leasing nautico, che hanno “drogato” il mercato con conseguente surplus di commesse per i cantieri.

Molto probabilmente anche Sly Yachts ha subito il contraccolpo dell’espansione sconsiderata del mercato, nonostante sia un cantiere che realizza progetti e barche all’avanguardia, sia per linee sportive che per materiali innovativi.

Mi auguro che, a breve termine, il management societario di Sly sappia adottare le contromisure idonee per uscire da questa crisi, più forte e rinnovato di prima, dato che nel passato abbiamo già dovuto assistere al fallimento di prestigiosi cantieri. Perdere forza lavoro e innovazione tutta italiana, significa rinunciare ad essere protagonisti della nautica a livello mondiale, con gravissime ripercussioni sulla nostra economia.

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