Ras Al Khaimah, dove veleggiano gli Sceicchi

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Ras Al Khaimah

Nonostante la crisi mondiale che drammaticamente ha colpito l’economia mondiale e quella della nautica da diporto in modo particolare, c’è una regione dove gli investimenti nel settore nautico non sono per nulla in diminuzione: gli Emerati Arabi.

A Ras Al Khaimah, uno degli Emirati  più attivi ed intraprendenti del Golfo Persico, è partito da alcuni anni un ambizioso progetto per la costruzione di un’isola artificiale, che nelle intenzioni degli emiri dovrebbe diventare il nuovo polo della vela del medio oriente.

La costruzione di questa opera gigantesca e per certi versi faraonica, non impatterà più di tanto con le caratteristiche morfologiche dell’ambiente circostante in quanto è fondamentale che il microclima originario non sia stravolto dalle nuove costruzioni di cemento dei resort e dei parchi a tema che saranno realizzati sull’isola artificiale.

In questo modo lo splendido mare del Golfo Persico di Ras Al Khaimah, caratterizzato da un ambiente aspro e contornato da diverse insenature sabbiose che formano caratteristiche lagune naturali e che possiede notevoli somiglianze alle condizioni climatiche del Mediterraneo nei mesi estivi, potrà garantire ai futuri “navigatori” tanto vento .

Infatti, grazie anche alla alte montagne che circondano le dune del deserto, qui si formano delle brezze costanti e di buona intensità che permettono ai velisti di divertirsi senza però dover aspettarsi cambiamenti repentini e colpi di vento violenti, come invece può succedere nei nostri mari a causa dei temporali estivi.  

Ovviante le strutture ricettive, una volta terminato il progetto, saranno di livello superiore e potranno offrire molte opportunità di divertimento anche a chi non ama la vela e preferisce stare tutto il giorno sdraiato al sole.

Ho paura che se il nostro ministro del turismo, nel breve o medio periodo, non prenderanno decisioni importanti per rilanciare il turismo nautico, vedremo tra breve molti scafi fare rotta sul Golfo lasciano inesorabilmente al proprio destino i miopioperatori” nazionali che sfruttano, oggi, una debole posizione di vantaggio, ma che già domani potrebbero vedersi surclassare da quelli che una tempo erano i “nomadi” del deserto arabico.

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