Why, storia di una petroliera diventata yacht

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Wally-Hermes-WhyImmaginate una petroliera: immensa, possente, lenta, nera e fumante. Praticamente l’antitesi di uno yacht da crociera, dalla linea slanciata, veloce, bianco e sportivo. Immaginate ora di incrociare le due immagini perché ne venga fuori qualcosa di assolutamente diverso, originale, ampio, dalle linee attuali, e lussuoso. Sono sicuro che ciò che avete in mente neanche lontanamente si avvicina all’idea che stanno coltivando (in effetti sono già in fase di costruzione) presso i cantieri Wally, con  la partecipazione della griffe di haute-couture Hermès.

Why è il nome scelto per questo scafo triangolare di 50 metri per 38 che entrerà nella storia per la sua originalità, tenendo conto della destinazione d’uso. Trattasi di una nave-yacht-piattaforma che offre 3400 metri quadrati di superficie abitabile, un solarium a poppa che assomiglia ad una spiaggia, una piscina di 25 metri lineari a prua che riprende la forma dello scafo, una sala fitness, mentre la stanza dell’armatore offre 200 metri quadrati di puro comfort.

La soluzione dello scafo triangolare è ripresa da una petroliera operante nel Mare del Nord, brevettato da un ingegnere navale norvegese e studiato appositamente per ridurre il rollio a bordo (è la soluzione adottata dalle navi mercantili da diporto). Lo scafo insiste così su una superficie piatta, in modo da offrire la stabilità che il livello di questa nave richiede. Ripensandola per lo yachting, i cantieri Wally hanno acquistato i diritti in esclusiva di questa tecnologia, e l’hanno brevettata per la nautica.

Why è progettata utilizzando tutte le tecnologie disponibili oggi per il risparmio energetico. La propulsione è affidata ad un gruppo motori diesel-elettrico, alimentato per la parte elettrica da un sistema di pannelli solari fotovoltaici che coprono una superficie di 900 metri quadrati. L’ecologia riveste un ruolo primario anche nella produzione e smaltimento dei rifiuti, e nel recupero energetico.

Probabilmente in futuro Why sarà dotata anche di aerogeneratori, e presso Wally si sta pensando anche ad un albero a scomparsa che possa fornire allo yacht fino al 30% di energia cinetica durante la navigazione.

La joint-venture tra il know-how dei cantieri di Luca Bassani e dell’esclusività del marchio francese, diretto nel settore artistico da Pierre-Alexis Dumas, sarà decretata in termini di partecipazione finanziaria in ordine del 51% a favore di Wally, e si pensa già alla costruzione di diversi esemplari. Il costo di Wally potrebbe aggirarsi intorno ai 100 milioni di Euro.

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