Banque Populaire V, il ritorno del “Vincitore” sconfitto dalla sorte

di Redazione Commenta

Sabato 22 Gennaio alle 12:11:45 pm -Parigi- il Maxi Banque Populaire V parte per il suo primo tentativo di conquista del Jules Verne Trophy con un riferimento di 48 giorni 7 ore 44 minuti e 52 secondi da battere.

Tredici giorni più tardi, nel Sud Atlantico, appena prima di entrare nell’oceano Indiano, la meravigliosa avventura realizzata da Pascal Bidegorry e dai suoi uomini di equipaggio viene interrotta bruscamente dopo una collisione con un oggetto non identificato – probabilmente un container od un grosso tronco alla deriva – , che danneggia pesantemente la uno degli attacchi dello scafo. L’equipaggio decide comunque di condurre il gigante trimarano indietro sino a Lorient dopo aver eseguito alcuni lavori di riparazione sul particolare danneggiato.

Dopo solo 15 giorni di navigazione, Pascal ed il suo equipaggio sono rientrati questa mattina a Lorient, con la possibilità e la speranza di vederli presto ritornare ancora in acqua per ritentare la conquista del trofeo.

Nelle parole di Pascal Bidegorry, skipper e team leader, ritroviamo tutto il suo sconforto e l’amarezza per il mancato risultato:

Abbiamo continuato a lavorare bene su questa barca. L’obiettivo era di continuare a navigare come se fossimo ancora nel record, non certo con il pieno sforzo di raggiungere la prestazione, per sicurezza della barca, ma nell’organizzazione a bordo come l’equipaggio ha fatto durante i primi 12 giorni di corsa. E’ stato importante non fermarsi e di mantenere la stessa dinamica. Ho avuto il tempo per riflettere su tutte le questioni possibili. Ci sono tre posti di lavoro da organizzare nell’equipaggio, ma sono più determinato che prima. La barca è buona, e’ un fatto e tutti lo confermano. Abbiamo tutto per rendere effettiva la riuscita del progetto. Non è banale a spendere trenta giorni di mare e sarà sicuramente un’esperienza che ci servià anche in futuro. Il team ha svolto un lavoro straordinario e noi tutti siamo cresciuti. Abbiamo imparato a vivere insieme, che vivere la prestazioni della barca. Vivere insieme a 20 nodi o a 35 nodi non è lo stesso. Ho cercato di imparare a guardare gli altri e vedendo l’intelligenza con cui hanno condotto la loro imbarcazione e i loro uomini. Non è così semplice andare veloci e non rompere la barca. Abbiamo navigato bene ed abbiamo colpito qualcosa d’imprevisto, ma abbiamo fatto ciò senza fare errori a noi imputabili. Speriamo di ripartire questo inverno dato che si sono circa dieci giorni lavorativi per sistemare la barca. Dobbiamo fare un check up completo per come abbiamo navigato 30 giorni su questo 40 metri, dato che abbiamo deciso di ruotare attorno, non abbiamo smesso guardando a Sant’Elena e la traiettoria del Barcellona World Race simile a quella di Thomas Coville. Sappiamo bene che non è divertente per chiunque  tornare indietro, ma sono convinto che pesando i pro e contro, questa è stata una buona scelta.

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