Un concept da scoprire: Origami, quando lo spazio non basta

di Redazione Commenta

origami-conceptAl Seatec 2009, settima Rassegna Internazionale di Tecnologie, Subfornitura e Design per Imbarcazioni, Yacht e Navi in programma a CarraraFiere dal 5 al 7 febbraio 2009, si sono premiati i vincitori del 6° concorso internazionale di design di imbarcazioni da diporto “M.Y.D.A. – Millennium Yacht Design Award” promosso e organizzato da CarraraFiere.

Quest’anno venivano premiate due categorie: professionisti ed esordienti, ed è proprio tra quest’ultima che è stato assegnato il 1° premio per la sezione “Motore” a Massimo Facchinetti, Victor Ghia, Tiziana Lorenzelli, autori di “Origami”.

Cos’è Origami? Arte di piegare la carta a parte, su tratta di un concept molto originale di yacht a motore che prevede l’ampliamento dello spazio a bordo con la geniale idea di calare delle paratie che normalmente costituiscono in pratica le mure dell’opera morta (la parte di scafo sopra la linea di galleggiamento).

Il concept è a metà tra una piattaforma petrolifera, quand’è aperta, e uno di quei tir utilizzati per il tour di Claudio Baglioni qualche anno fa. Una simile trovata per una barca, geniale e sicuramente di grande fascino, è stata premiata con la seguente motivazine:

Ricerca morfologica originale al di fuori degli schemi convenzionali del motor yacht. Concept proposto passibile di ulteriore approfondita sperimentazione.

E in effetti come negare che si tratti di uno schema al di fuori del convenzionale? Da fermi il super yacht da 17 metri si apre al mondo, scoprendo due immense terrazze laterali che lo rendono aperto a 360 gradi al mare. Una visione panoramica, per un contatto totale con l’ambiente marino, che offre una visione suggestiva di come potrebbero essere le imbarcazioni di domani.

Da “chiuso” la linea è comunque high-tech, squadrata, piena di vetrate che incorporano pannelli solari (magari a film sottili?) e il funzionamento è al 100% fornito da energia alternativa, che afferma il concetto che gli yacht di domani potranno essere a impatto zero. Tecnologia permettendo, naturalmente.

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