All’asta i Cantieri Navali di Lavagna

di Redazione Commenta

Proprio oggi, i Cantieri Navali Lavagna, un marchio glorioso del made in Italy nel segmento degli yacht di lusso, va all’asta con lo “spezzatino” degli asset. Sono rimasta alquanto colpita dalla notizia, anche perché si trattava di un’azienda di punta della nautica italiana, già abbastanza colpita dalla crisi economica.

Sembrava, infatti, che facoltosi acquirenti cinesi fossero interessati a salvare i cantieri liguri, ma le cose non sono andate come sperato. A dare il colpo “mortale” è stata la crisi mondiale del 2008-2009, che ha costretto i Ceccarelli a a portare i libri contabili al tribunale fallimentare di Milano. L’obiettivo del curatore era quello di vendere l’azienda nella sua totalità, trovando un compratore disposto a far rinascere il cantiere.

La società, infatti, è andata all’asta una prima volta nel 2010, partendo da una base di 1,8 milioni. Tra i diversi concorrenti, la spuntò Nauticstar, società del gruppo Taelim di Qingdao, supportata dallo studio di yacht design Proship di La Spezia, pagando 13,5 milioni. Ma i compratori cinesi, a dispetto della fidejussione sottoscritta, non hanno pagato il saldo entro i tempi stabiliti e i cantieri sono finiti nuovamente all’asta.

All’asta si è ripresentato lo stesso gruppo cinese, sottoscrivendo una nuova fidejussione, pari a 1,3 milioni di euro. Il cantiere, perciò, è stato riconsegnato nelle mani dello stesso soggetto una seconda volta, ma sventura ha voluto, che anche in quest’occasione non siano riusciti a pagare entro i termini fissati, perdendo l’intera somma messa a garanzia.

Oggi, così, il cantiere ligure torna all’asta per la 3a volta, all’incanto vanno 16 lotti, in primis il marchio con un prezzo che parte da 2,37 milioni di euro; un magazzino con base d’asta da 222 mila euro; una piattaforma per alaggio con richiesta che parte da 60 mila euro; e sei yacht semilavorati le cui richieste partono da una base di 770 mila euro.

Un’uscita di scena ingloriosa, complice la crisi, di un’azienda storica della nautica italiana.

16 lotti tra i quali il marchio con un prezzo che parte da 2,37 milioni di euro; un magazzino con base d’asta da 222 mila euro; una piattaforma per alaggio con richiesta che parte da 60 mila euro; e sei yacht semilavorati le cui richieste partono da una base di 770 mila euro. 

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