Banque Populaire V, codice rosso per il via alla sfida la Jules Verne

di Redazione Commenta

Banque Populaire V

Il team francese di Banque Populaire V, capitanato dallo skipper Pascal Bidégorry, è pronto a lanciare la sfida al trofeo Jules Verne che premia l’equipaggio che stabilirà il nuovo record di percorrenza del giro del Mondo in meno tempo.

Da venerdì scorso quando il maxi trimarano ha lasciato la base di Lorient, in Bretagna, per dirigersi nella baia di Brest, siamo in attesa del via a questa nuova ed emozionante gara.

Attualmente le previsioni non sono del tutto favorevoli per il lancio della barca sulla linea di partenza, collocata tra l’isola di Ouessant e la costa inglese, dato che una forte depressione sull’Atlantico porta venti contrari sulla rotta ideale da seguire.

Come già successo per il tentativo del team rivale di Groupama 3, lo start sarà dato solo quando le condizioni meteo potranno permettere, al multiscafo francese, di avere una finestra buona che possa far guadagnare molte miglia sino alle isole Canarie e quelle di Capo Verde, dove, da lì in poi, si potrebbero verificare cambiamenti importanti di rotta e di condizioni climatiche, data la stagione invernale alle porte per l’emisfero boreale.

Nonostante tutti i sofisticatissimi sistemi di previsione meteo marine, di progettazione ed ausilio alla navigazione tramite satellite, il fascino di una sfida come quella del Jules Verne sta proprio nell’imponderabile.

Lo dimostra la storia del trofeo ed il recente ritiro di Franck Cammas, e del suo trimarano, ne è la prova lampante. Groupama 3, infatti, era in piena competizione, avendo un notevole vantaggio in termini di miglia percorse sul record precedente, ma una piccola e quanto banale avaria ha costretto lo skipper a desistere dall’impresa.

Il danno subito non poteva essere previsto, neanche da tutti i controlli strutturali effettuati sullo scafo con sistemi ad ultrasuoni, poiché si tratta della rottura della congiunzione di un supporto che sostiene lo scafo sinistro, il quale viene così prodotto dal cantiere e poi montato e ricontrollato parecchie volte.  

La stessa cosa potrebbe succedere a qualunque barca o multiscafo che si lancia in una sfida simile, dato che le sollecitazioni e le forze dinamiche e statiche, alle quali sono sottoposte le attrezzature, non possono essere totalmente previste neanche dai software più evoluti.

Questo per ora è il bello delle regate veliche e delle sfide contro il tempo, realizzate sfruttando solamente la forza propulsiva più antica e conosciuta al mondo: il vento.

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