Arriva dal Cantiere del Pardo il Grand Soleil 38, un undici metri e novanta nel 1991, disegnato da Pascal Conq dello Studio Finot. A causa di alcuni avvicendamenti societari, in seguito, il progetto venne abbandonato perché antieconomico e fu ripreso nel 1997 dalla Comar con il nome di Comet 38.
Tra le barche usate, si tratta di un modello ben progettato, con finiture di qualità e spazi comodi, nonostante l’altezza del sottocoperta sia un pò limitato rispetto ad altre barche usate di quegli anni. Lo scafo è realizzato in resina ortoftalica, quindi piuttosto economica, e che a differenza della più recente isoftalica ha maggiore tendenza a presentare fenomeni di osmosi, per cui occhio se si è decisi per l’acquisto. Riguardo l’aspetto strutturale, il controstampo su cui è stata stratificata la vetroresina conferisce robustezza allo scafo, rendendo sicurezza durante la navigazione. Riguardo l’aspetto strutturale, il controstampo su cui è stato realizzato lo scafo, su cui successivamente è stata stratificata la vetroresina conferisce buona robustezza, rendendolo sicuro durante la navigazione.
Nonostante si parli di barche usate, gli interni sono molto curati, ma anche attuali nonostante i sedici anni di vita. Lo spazio è ampio e confortevole, i layout interni all’epoca erano due: una prevedeva un allestimento con due cuccette e due bagni, mentre l’altro eliminava un bagno per fare posto ad una terza cuccetta. Le proporzioni sono rispettate, e il design conferisce un senso di tranquillità, come quando tutto è al posto giusto. Comoda cucina a penisola, comodissimo il divano a U attorno, mentre la zona carteggio, di dimensioni confortevoli, trova posto sulla mura di dritta prima della cabina di poppa.
L’armo sloop in testa d’albero del Grand Soleil 38, con sartie su due ordini di crocette, consente di viaggiare veloci, nonostante la vocazione non sia certo quella di regatare, e perdona anche qualche manovra poco sicura.
Il Grand Soleil 38 ha una quotazione di mercato che gira attorno ai 70-100 mila euro, a seconda dei modelli e delle condizioni in cui si trova. E’ una barca, tra le barche usate, dalle linee ancora attuali, bella, accogliente, con finiture che non fanno rimpiangere nulla, e che rappresenta il giusto equilibrio per chi vuole affrontare crociere di media percorrenza. L’unico punto debole potrebbe essere la presenza di osmosi, da verificare in sede di perizia, per il resto potrebbe essere un ottima soluzione nel panorama delle barche usate.
Marco 15 Novembre 2009 il 10:56
La resina poliestere è la resina termoindurente di più largo consumo.
Si può dividere in tre sottocategorie, ortoftalica (ORTO), diciclopentadiene (DCPD) e isoftalica (ISO).
Non c’è nè una più recente dell’altra, e poi perchè l’ortoftalica dovrebbe presentare una maggiore tendenza ai fenomeni osmostici??
Cosa vuol dire che sul controstampo viene stratificata la vetroresina e sullo stampo allora cosa stratifichiamo???
Antonino 15 Novembre 2009 il 12:16
@ Marco: Ciao Marco, al di là delle definizioni che possono essere comprese fino in fondo solo da un chimico, e anche al di là del mio giudizio in merito su cui potresti non essere d’accordo, è largamente riconosciuto che la resina ortoftalica presenta maggiore tendenza alle infiltrazioni, come è possibile vedere nel sito stesso da cui tu hai attinto le definizioni che hai riportato:
http://www.tetspa.it/page.php?id=16
Se leggi il seguito, è riportato: “La resina isoftalica ha caratteristiche meccaniche, termiche e di resistenza all’acqua ed ai prodotti chimici superiori alla ortoftalica e alla DCPD.” Per cui, o il sito mente, e così altri tre o quattro che posso linkarti, oppure è proprio così.
Riguardo il controstampo hai ragione, è stato un errore di battitura: la frase voleva essere; “Riguardo l’aspetto strutturale, il controstampo su cui è stata realizzato, e su cui successivamente è stata stratificata la vetroresina conferisce buona robustezza allo scafo, rendendo sicurezza durante la navigazione.
Correggo subito, grazie per la segnalazione.. 🙂
Marco 15 Novembre 2009 il 13:01
Non è per essere polemico ma tu affermi che la resina isoftalica è più recente di quella ortoftalica, cosa assolutamente non vera, visto che sono una sottocategoria delle Poliestere. La maggiore capacità di resistere ai fenomeni di infiltrazione e, presumibilmente, all’osmosi, lo si deve al fatto che la prima è priva di Stirolo che viene usato come solvente della resina ortoftalica. Io non ho attinto dal sito che tu hai riportato ma ho solo preso il primo che mi è capitato per sottolineare la differenza :-).
Inoltre il contro-stampo è una tecnica particolare con la quale, dopo la realizzazione dello scafo su stampo femmina mediante stratificazione di vetroresina, viene realizzato un ulteriore stampata è successivamente posta sullo scafo per conferire maggiore rigidità e robustezza. Il difetto delle barche con il contro-stampo è l’impossibilità d’ispezionare i madieri e le piastre di fissaggio della pinna di deriva, pena la distruzione dello stesso.
Antonino 15 Novembre 2009 il 13:42
@ Marco: intendevo dire che l’applicazione della resina isoftalica in ambito nautico è sicuramente più recente di quella ortoftalica. E’ un sottintendimento, che capisco che potrebbe portare a fraintendimenti, ma è il linguaggio giornalistico, non di certo quello enciclopedico, e il senso mi sembra comunque abbastanza chiaro.. in ogni caso non è errato 🙂
Per una visone approfondita della tecnica di realizzazione degli scafi, ti consiglio questa lettura:
http://www2.solovela.net/immagini/Tecnica_di_costruzione/03/SV37_CostruzioneScafo.pdf
E comunque nessuna polemica, ce ne fossero lettori come te…! 🙂
Marco 15 Novembre 2009 il 14:11
E’ proprio perchè ho letto l’articolo che non capisco come tu possa affermare che sul contro-stampo si possa “stratificare la vetroresina” :-)……è proprio concettualmente sbagliato cmq contento tu!
cristiano 15 Novembre 2009 il 21:56
Io avevo un Grand Soleil 38 ed il divano ad U non era attorno al tavolo da carteggio!!?? che invece è separto e sistemato per madiere sulla dritta prima della cabina di poppa!!
Oggi le quotazioni del GS 38 anni 1990/91 sono molto più basse…
Antonino 16 Novembre 2009 il 11:42
@ cristiano: hai ragione, il fatto è che non avevo trovato molte foto di interni a riguardo.. correggo, e aggiungo una foto della zona carteggio, grazie per la segnalazione 🙂
I prezzi sono variabili, alcuni broker li pongono addirittura entro una fascia di prezzo compresa tra 90 e 110 mila.. penso che a meno di 70 mila Euro non si trovi quasi nulla, e d’altronde a più di 100 mila nn so fino a che punto possa convenire l’acquisto..