Beneteau 57, il ritorno alla “Nouvelle vague”

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Quando apparve, all’inizio del 2003, sulla scena del mondo della nautica da diporto, questo 17 metri della francese Beneteau destò molta curiosità ed interesse tra gli addetti ai lavori ed armatori che già possedevano un cruiser del cantiere transalpino.

Il progetto dello studio di Bruce Farr, yacht designer neozelandese di fama internazionale e noto soprattutto per aver creato molti scafi di coppa America e la mitica Classe Farr 40, riprende i canoni dello stile classico delle barche degli anni 80, con una prua slanciata e molto pronunciata ed una poppa squadrata e tagliata obliquamente, in netta controtendenza rispetto alla moda imposta dai progettisti all’inizio del XXI secolo.

Lo stile della barca, più che privilegiare linee moderne e troppo spinte per una barca da crociera, ripercorre quei modelli di vivibilità e confort che da sempre sono appannaggio dei cantieri nordici come Hallberg Rassy o Najad e dei quali il Beneteau 57 è un degno concorrente.

Nell’estate appena trascorsa, per circa 20 giorni in qualità di skipper, ho potuto provare e testare  questa imbarcazione in navigazione per oltre 1800 miglia nautiche attraverso tutto il Mediterraneo ( Sicilia, Sardegna, Baleari, Barcellona, e Costa Azzurra) ed in tutte le condizioni meteo marine.

La prima cosa che colpisce è l’ampio prendisole poppiero, di quasi 8 metri quadri, realizzato sfruttando un  ponte mobile a scomparsa e di un’ingegnosa spiaggetta elettrica, integrata nella poppa, che permette di scendere in acqua senza fatica attraverso gradini ricavati dal gavone. Il pozzetto,con sedute a forma di U, accoglie comodamente più di dieci ospiti i quali possono pranzare attorno ad un tavolo fisso, dalle guance laterali abbattibili. Per far posto alle sedute del pozzetto è stata ovviamente sacrificata la timoneria, di tipo idraulico, che è stata collocata sul lato di babordo, soluzione tipica da motosailer.

Il quadrato sottocoperta è veramente ampio, ben studiato e rifinito con legni di pregio. Il tavolo da carteggio è moderno e funzionale con grandi stipiti dove possono essere posizionati tutti i display della strumentazione di bordo e che, volendo, possono essere replicati in pozzetto davanti alla ruota del timone.  La cucina, situata in apposita zona separata dalla dinette, è super accessoriata e molto gestibile anche in navigazione. Qui trovano posto un grande frigo a pozzetto, un figroboat verticale, un piano cottura a 4 fuochi e forno, il microonde, la lavatrice e, dulcis in fundo, l’icemaker , che può produrre cubetti di ghiaccio  in meno di 30 minuti dall’accensione.  Da notare è l’efficientissima cappa aspirante, dotata di apposita condotta di sfiato poppiera, che non permette agli odori di cucina di stagnare e diffondersi negli altri ambienti. Le cabine, tutte molto ampie, sono dotate di aria condizionata e bagno privato con doccia.

A vela la barca si comporta in modo egregio in tutte le andature grazie ad un armo a sloop di 9/10 che prevede una randa ben proporzionata ed un genova avvolgibile al 120 % . Qualche limite, di velocità, lo si riscontra nelle andature di bolina con mare formato,  quando, stringendo il vento al limite, la barca tende ad ingavonarsi oltre misura e rallentando di conseguenza l’abbrivio. Del resto si sa che queste barche sono progettate per meglio sfruttare le andature con venti portanti, magari utilizzando la forza propulsiva del jennaker murato sul bompresso, che però non è previsto di serie.

In conclusione posso affermare che questo 57 piedi riprende gli stili della “nouvelle vague” della nautica francese anni 80, con un scafo solido, veloce e confortevole anche per navigazioni transoceaniche. Unico difetto la timoneria idraulica che non trasmette quella doverosa sensibilità e reattività, sulla pala del timone, che invece è d’obbligo su imbarcazioni di tale impostazione.

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