Rivoluzione ibrida per il primo motore di serie a rigenerazione, firmata dal cantiere francese, in collaborazione con ZF Marine Arco, filiale italiana della azienda tedesca (produce sistemi di propulsione e trasmissione in ambito nautico). Pur non trattandosi di novità assolute, la novità sta nell’ottimizzazione delle singole parti, a formare un complesso sistema di motore-generatore capace di dare maggiore autonomia rispetto a soluzioni già sperimentate.
I tecnici di Beneteau e di ZF Marine hanno creato un sistema che coinvolge un motore endotermico, uno elettrico che ovviamente funziona anche da generatore – tutti i motori elettrici, almeno in teoria, hanno un funzionamento reversibile motore-generatore – e un pacco di batterie, interconnessi tra di loro efficacemente da un BMS – battery management system.
I consumi di carburante sarebbero ridotti fino al 50%, che poco non sono. Come funziona? Semplice. Il motore elettrico spinge la barca per velocità inferiori a 5 nodi, e ovviamente in questo periodo si avvale dell’energia accumulata nelle batterie al litio, che nonostante siano costose, assicurano una durata maggiore, oltre che curva di scarica più costate e nessun effetto memoria (piccola parentesi: la tecnologia degli accumulatori in ambito automotive et similia è tutta da scoprire, e le aziende fanno giorno per giorno passi da gigante, basti guardare società come AltairNano o A123 System). Dopo i 5 nodi, l’elica non funziona più da propulsore, ma viene trascinata dal moto della barca, poiché a quel punto sarà il vento a spingerla, tramite le vele. In questo periodo di funzionamento, l’elica sarà responsabile del flusso elettromagnetico alternato nel motore elettrico, che quindi funzionerà da generatore e metterà in carica le batterie.
Una soluzione meno invasiva di qualunque pannello solare o generatore eolico, che permetterà ricariche intelligenti degli accumulatori grazie alla bassa inerzia dell’elica, e di un efficace sistema di regolazione di carica.
Beneteau assicura che l’energia immagazzinata nel pacco batterie è sufficiente per tre giorni, quando la barca è all’ancora, e ciò potrebbe rappresentare davvero un’evoluzione dei sistemi di propulsione e di generazione adattabili alle barche a vela.
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