Bompresso, il carbonio è la sua anima

di Redazione Commenta

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L’uso del bompresso sempre più negli ultimi tempi è stato rivalutato grazie all’impiego di vele come il gennaker o gli MPS, che sempre più vengono utilizzati sulle barche da crociera. Il bompresso è una parte dell’imbarcazione che viene da lontano in termini di anni e si trovava già a bordo di Schooner o Golette della metà del 1800.

Sino ad oggi il bompresso veniva  realizzato in allumino o acciaio ma con  misure molto corte, mentre oggi deve la sua rinascita all’avvento della fibra di carbonio.

Se per il tangone è consigliabile la costruzione in fibra composita, per il bompresso è quasi d’obbligo ed imprescindibile. Questo dipende soprattutto da alcuni fattori che fanno sì che la materia prima deve essere per necessità di carbonio.

Oltre alla sua posizione esterna sulla prua un bompresso moderno, a differenza dei suoi antenati, deve essere necessariamente estraibile per poter essere riposto all’interno della barca quando non serve, così da non ostacolare le manovre durante le fasi d’ormeggio in marine o porti molto angusti. 

Quando deve essere utilizzato per murare un gennaker il bompresso viene estratto sino alla sua massima estensione mantenendo solo un minimo contatto con la superficie di alloggiamento, che deve possedere delle caratteristiche strutturali ben precise, pena la rottura del bompresso.

La forze che agiscono su questa propaggine della barca sono principalmente due: la flessione e la compressione alla sua estremità. In realtà, sulle barche di grandi dimensioni, il bompresso subisce anche la forza di rotazione che abbinata alla compressione genera dei carichi di rottura importanti sull’estremità del bompresso, dove vi è il punto di mura.  

Infatti oltre alla forza lineare che agisce sull’estremità, l’accoppiamento della forza di rotazione genera un coppia di forze che compromette la tenuta dell’attrezzo. E’ la stessa forza dinamica che, per esempio, riesce a piegare una lattina di birra senza fatica, mentre con l’agire delle sole forze lineari l’azione diventerebbe difficile.

Con l’uso delle fibre di carbonio, le cui caratteristiche di struttura dinamica rispondono in modo eccezionale sia alle componenti lineari che di rotazione, si realizza un bompresso molto leggero, resistente e con delle lunghezze variabili che con altri materiali sono impensabili.

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