Comet 100, la sfida ai “Grandi” è iniziata

di Redazione Commenta

In un periodo di crisi la risposta migliore per un cantiere dalle grandi ambizione è quella di “sfornare” progetti innovativi e per certi versi all’avanguardia, in modo da rendere difficile la vita ai diretti concorrenti che, al contrario, preferiscono restare su consolidato e redditizio lavoro già sviluppato.

La Comar Yacht di Fiumicino, nata sulle ceneri della vecchia Comar di Forli, da anni sta sviluppando barche interessanti sia in termini d’innovazione tecnologica che in materia di segmento e gamma. Basta pensare che la Comar è l’unico cantiere italiano che ha riproposto scafi con dimensioni sotto i 30 piedi, riscuotendo un ottimo successo, sia in termini di vendite, di pubblico che di critica, con il 21 day cruiser e 26 piedi.

Con il varo del Comet 100, il cantiere laziale si pone certamente ai vertici della categoria della nautica da diporto lanciando una seria sfida ai più rinomati marchi produttori di maxi yacht per crociera e regata.

Lo sforzo non è da poco visto che tra i concorrenti possiamo annoverare cantieri come Nautor Swan, Southern Wind, Hallberg Rassy, Vismara ecc.  Se da un lato lo sforzo profuso è ammirevole dall’altro il rischio è grande dato che i costi per investire in un progetto simile sono tali che il loro ammortamento può essere solo giustificato se c’è un numero minimo di barche vendute, altrimenti la possibilità di  fallire è altissima, soprattutto in un momento dove il leasing nautico non eroga più soldi così allegramente come in passato.

Per la realizzazione di questo progetto il cantiere si è avvalso della collaborazione di Andrea Vallicelli e Alessandro Nazareth, per la progettazione, mentre il project manager è Antonio Lantini. A vedere e prime immagini, divulgate alla stampa, si nota immediatamente che le linee di carena riprendono i canoni odierni di progettazione con entrate di prua molto filanti, uscite poppiere potenti, mentre il baglio massimo è contenuto e non completamente arretrato. Il ponte riprende lo stile del cantiere con una tuga molto simile a quella di un deck saloon, che grazie alle forme curvilinee consente di realizzare ampie finestrature.

La coperta risulta priva d’ingombri grazie al fatto che tutte le manovre corrono in appositi tunnel del ponte ed è molto sfruttabile anche in navigazione. I due pozzetti, uno per le manovre con doppia timoneria, e l’altro per gli ospiti con ampie sedute e tavolo fisso, sono separati da un ampio prendisole sul quale viene installato il trasto della randa.

L’albero in composito di carbonio, come lo scafo del resto, è a quattro ordini di crocette acquartierate senza volanti e con sartiame in tondino ed lande a murata. La barca è dotata di una chiglia retrattile in grado di ridurre il pescaggio standard di oltre due metri, cos’ da poter ormeggiare anche in porti con bassi fondali, cosa assai importante per chi vuole navigare in zone remote e scarsamente dotate di infrastrutture.

La personalizzazione degli interni è massima senza vicoli di progetto così che il futuro armatore potrà decidere come meglio rifinire il suo prossimo Comet 100.

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