Costruirsi la barca: come, quando e perché – parte 1

di Redazione Commenta

autocostruzione-barca-1In Italia siamo un popolo di navigatori, nonostante solo pochi abbiano la capacità, la volontà e anche la possibilità economica di andare in mare pilotandone una. Per fortuna siamo anche in popolo di tuttologi, ed è proprio questa la caratteristica che ci rende poliedrici, e permette a volte l’impossibile.

Così come volare è un sogno che viene alimentato sin da piccoli, il progetto di costruirsi una barca può venire fuori in età adulta. Vuoi per la difficoltà oggettiva a maneggiare fogli di compensato diverse volte più grandi di noi stessi, vuoi per l’impossibilità a procurarselo.

Intraprendere la via dell’autocostruzione potrebbe sembrare una scelta economica e conveniente rispetto a quella di comprare una barca nuova: beh, non è proprio così, poiché una buona realizzazione richiede sempre tecnologie avanzate, a cominciare dal legno scelto e dalla resina per l’incollaggio, che di certo non li regalano. Se però si è certi di avere una buona manualità, tempo da spendere, e la predisposizione al problem solving, qualunque situazione ci capiti, allora costruirsi la barca regala belle soddisfazioni, molto più grandi che acquistarne una.

Vediamo come fare. Anzitutto procuriamoci un bel progetto. Si, perché se avevate pensato di improvvisare siete proprio fuori strada. L’autocostruzione in ambito nautico è una cosa seria, specialmente se pensiamo di trasportare sulla nostra “creatura” amici 0 parenti, caso in cui ci si responsabilizza verso loro anche legalmente. Progetti in rete ce ne sono diversi, e per tutti i gusti. Si va dalle piccole derive di 10 piedi, per le uscite giornaliere o per imparare le fondamenta della vela, agli yacht da crociera di 50 e passa piedi, che costituiscono praticamente la seconda (o prima) casa dell’armatore.

Mettiamoci però l’anima in pace: non tutte le realizzazioni sono possibili dall’autocostruttore. Se pensiamo di poter costruire nel garage di casa, ammesso di averne uno così ampio, un pilothouse per lunghe crociere d’altura adatto anche per traversate impegnative, è meglio lasciar perdere. Queste realizzazioni “estreme” possono solo venire effettuate da cantieri che abbiamo le competenze, le attrezzature e le possibilità di maneggiamento adeguate ad un progetto del genere. Se ad esempio vi ritrovate con uno scafo da 45 piedi da girare, visto che normalmente si realizza capovolto, e non avete la fortuna di possedere una gru (non l’uccello) non potete di certo svolgere l’operazione servendovi degli amici del baretto dietro l’angolo.
Insomma, per partire bisogna avere le idee chiare, esattamente su cosa e come si avrà a che fare, sulle dimensioni, sul peso da gestire e, cosa di primaria importanza, di poter usufruire per lungo, lunghissimo tempo (dipende solamente dalla vostra disponibilità di tempo, nonché economica) di uno spazio all’asciutto, abbastanza grande per muovercisi agevolmente e per conteree tutti gli attrezzi che potrebbero servire allo scopo.

Nella prossima puntata ci occuperemo della scelta del progetto, e anche dove reperirli in rete, adattandolo alle capacità di ognuno, in modo da non trovarsi nel bel mezzo della realizzazione con lo scafo finito, ma senza più un centesimo per completare il resto.

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