Dizionario nautico: bolina, navigare di b.

di Redazione 6

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A qualcuno servirà da ripasso, per altri – i più novelli – ci si augura possa essere un momento importante. Comincia oggi un immancabile appuntamento per esperti nautici e – ancor di più – per coloro i quali hanno cominciato da poco a relazionarsi con il contesto nautico. Come ogni disciplina, specialità, settore anche la nautica si compone di elementi caratteristici e di un linguaggio proprio e specifico che val la pena cominciare a masticare per riuscire ad avventurarsi sempre meglio nel comparto stesso. Il primo dei termini che prendiamo in considerazione è “bolina“, sostantivo che oltre a esprimere un significato preciso, si presta a una serie di modi di dire che un appassionato di nautica ha sentito in svariate circostanze.

BOLINA:
dal francese “boline” che a sua volta rimanda all’inglese “bowline“, termine composto da “bow” che sta per “prua” e “line” che significa “cavo“.

La bolina è ciascuna delle funi con cui si tirano le vele quadre, in modo che si oppongano al vento contrario della navigazione. Negli antichi velieri a vele quadre, infatti, erano le cime che servivano a tirare verso prua il lato della vela dalla parte di entrata del vento. Obiettivo evidente, quello di navigare vicino alla direzione del vento.

L’espressione “navigare, andare di bolina” sta a indicare il posizionamento dell’imbarcazione in maniera tale da formare con il vento (proveniente da una direzione vicina alla prua) il minimo angolo. Tale posizione è, in caso di maltempo, quella più pericolosa per l’equipaggio anche per l’eccessivo sbandadamento dell’imbarcazione sul lato opposto alla direzione del vento.

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Commenti (6)

  1. I francesi non usano il termine “boline” per indicare l’andagura con un angolo verso il vento molto stretto ma “Allure au prés”. E poi non è assolutamente vero che le andature di bolina sono quelle più pericolose per gli equipaggi. Ma sei mai stato in barca a vela??

    1. Cristiano,
      scusa ma chi lo ha detto che i francesi usano il termine “boline” per indicare l’andagura con un angolo verso il vento molto stretto?
      Mi sembra ci sia solo scritto che il termine “bolina” derivi dal vocabolo francese “boline”, a sua volta riconducibile all’inglese “bowline”.
      Poi, nessuno ha detto che l’andatura di bolina sia la più pericolosa: si è solo accennato al fatto che in caso di maltempo lo diventa.

  2. Non è assolutamente vero che in caso di maltempo l’andatura di bolina è la più pericolosa. Se tu sei convito del contrario dovresti anche spiegare il perchè??? o solo perchè forse sei convinto che se una barca è sbandata sia un pericolo per l’equipaggio?? ti assicuro che con il mare forza 10 è meglio andare di bolina che avere l’onda ed il vento al traverso o di poppa….

    1. Navigare di bolina, a mio parere, significa vivere il mare per davvero, provare emozioni totalizzanti: detto questo, la bolina non è agevole a prescindere, anche perchè richiede enorme fatica e sforzo fisico oltre a una evidente capacità di adattamento. Ovvio che la pericolosità di una manovra o di una andatura dipenda da una serie di variabili soggettive e oggettive (non ultima il tipo di barca) ma non credo sia un semplice dettaglio il venire meno della stabilità dell’imbarcazione (o il suo ridursi notevolmente). Credi possa essere un elemento di poco conto?

  3. Se confondi la stabilità con lo sbandamento sei fuori “rotta”:-)

    Una barca è stabile di bolina quanto alle altre andature, tutto dipende da come regoli le vele. Che la bolina richieda una enorme fatica e sforzo fisico non è assolutamente vero almeno che tu non sia sopra una deriva, sui cabinati le cose cambiano e di parecchio. Cmq è noto a tutti che l’andatura più difficile e forse pericolosa in barca a vela e quella sotto Spy e cioè di poppa, mentre di bolina una barca ben assettata può anche navigre senza timoniere.

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