Come evitare situazioni drammatiche in barca, l’affondamento

di Redazione Commenta

Barca affondata

In questa serie di post cercherò di illustrare dei consigli pratici per evitare gli eventi più drammatici che possono accadere in barca. Certamente la cosa peggiore che possa capitare alla propria imbarcazione è l’affondamento. Nella realtà ci possono essere altre tipologie di eventi ben più rischiosi per l’incolumità dell’equipaggio, come l’incendio, l’uomo a mare od un trauma alla testa dovuto ad una botta ecc., ma certamente l’affondamento è una di quelle situazioni per le quali, oltre al rischio della vita, si determina una profonda “ferita” nell’animo del marinaio.

Secondo alcune recenti statistiche gli affondamenti si possono dividere in due macro categorie principali: le barche affondate all’ormeggio e quelle affondate in navigazione.

Generalmente la prima categoria nefasta di eventi si manifesta per cause dovute all’incuria o all’usura anomala di parti o finiture che possono creare una via d’acqua. Passascafi,  valvole, linea d’asse del motore, scarichi del WC, ecc. sono tutte potenziali via di acque e se nel caso una di queste si dovesse rompere ci sarebbe inevitabilmente l’evento drammatico.

Al contrario  quando una barca affonda in navigazione il pescaggio è il fattore principale della causa degli incidenti. Secondo uno studio effettuato da US Boat, avere una collisione con un oggetto sommerso ha causato negli ultimi 30 anni oltre 45% degli affondamenti in navigazione; segue tra le altre cause: la rottura della linea d’asse, con il 16 %, poi qualche presa a mare usurata sotto la linea di  galleggiamento, con circa il 15 %, la tempesta, con l’8% e infine il fulmine con il 5%.

Sempre secondo quanto affermato da US Boat, la corrosione dell’asse elica sembra essere il problema più gravoso per le barche a vela che non per quelle a motore. In questo caso il motore ausiliario essendo usato meno di frequente potrebbe essere soggetto ad una maggiore corrosione.

Secondo il mio parere forse è meglio dire che le rotture degli assi sulle barche a vele avvengono per una maggiore incuria da parte dei proprietari, che molte volte si scordano proprio di far revisionare la trasmissione del motore.

Personalmente consiglio sempre di ispezionare la sentina quando urti o tocchi qualcosa sotto la chiglia. Se non filtra acqua, se  i prigionieri del bulbo o il perno e il meccaniso della deriva mobile non presentano segni evidenti di alterazione o grosse crepe sul fondo dello scafo, vuol dire che l’impatto anche seppur forte non ha causato problemi, per essere sicuro, riguardo il tutto dopo circa un’ora.

Inoltre e sempre bene prendere l’abitudine, un paio di volte a stagione, di controllare le prese a mare sotto il galleggiamento, i tubi e l’attrezzatura; se lo scarico è lungo abbastanza, sarebbe meglio avere due rubinetti d’acciaio inossidabile alle due estremità del tubo, con due fascette stringi tubo per ogni presa a mare; i tubi con segni di usura dovrebbero essere cambiati subito.

Quando l’asse non gira la baderna non dovrebbe fare acqua, se ciò accade anche dopo averla stretta, bisogna cambiarla. Non ignorare mai le vie d’acqua e i tubi anche sopra la coperta; potrebbero sembrarti sicuri perché sono sopra l’acqua, ma potrebbero farne quando sbandi o quando la barca si copre di neve o ghiaccio.

Quando la barca è in secca per il rimessaggio invernale controllare sempre l’asse del timone, la baderna, i passa scafi ed i supporti dell’asse. Se sullo scafo vi è la presenza di bolle chiamare un perito per controllare l’umidità dello scafo.

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