Giovanni Soldini, “semplicemente” uno di noi.

di Redazione Commenta

Nel mondo della vela ci sono stati grandi uomini che hanno segnato la storia di questo sport con le loro imprese o gesta e che nel tempo sono diventati famosi anche al grande pubblico. Altri, meno noti, hanno navigato per anni senza nessuna pretesa di fama o gloria, ma solo con lo spirito e la voglia di avventura ricercando al contempo quella dimensione intima ed umana con il mare.

Giovanni Soldini è uno sportivo vero, un campione pluri vittorioso, velista e uomo di mare. Con le sue imprese è stato capace di innovare e trasformare la vela italiana in sport professionistico, rompendo quella cerchia di Gentleman–skipper che sino al suo avvento avevano gestito questo magnifico sport. E’ uno dei pochi skipper e velisti italiani in attività che può godere di una grande fama e notorietà anche fuori dai confini nazionali, al pari di altri grandi campioni come Straulino, Falck o Ricci.

Di recente mi è capitato d’incontrare, per caso, Soldini in un bar di Bocca di Magra. Era lì, come noi, per fare colazione prima di ottemperare ad alcuni obblighi pubblicitari ed incontri con potenziali sponsor  per la sua prossima avventura sportiva: la partecipazione alla Volvo Ocean Race. Prima di allora non avevo mai avuto l’occasione di scambiare due parole con il nostro campione ed avevo potuto  farmi un’idea della sua personalità, da quello che avevo letto sulle riviste o dalla sue interviste televisive

Quello che più mi ha sorpreso del carattere e della personalità di Giovanni è la sua estrema semplicità. A differenza di altri velisti solitari, non è una persona introversa e schiva, ma ama dialogare con tutti e parlare di vela e di mare, in particolare. Nei suoi modi o parole non ho notato nessun atteggiamento da divo e nessun “tiraggio” o prosopopea anche quando gli chiedi l’ennesimo autografo o di scattare una foto insieme.

Dopo aver chiacchierato per una decina di minuti, spiegandoci i suoi problemi e difficoltà per mettere insieme un budget adeguato per essere competitivo, ci ha salutato amichevolmente e de ripartito sul suo vecchio furgone che avrà fatto più miglia di quelle del suo  TIM classe 40.

Noi dal nostro canto abbiamo “contribuito” al suo budget, offrendogli un cappuccio con relativa brioche. Nulla s’intende, ma ne valeva la pena per il solo un piacere di poter scambiare due battute con un velista e marinaio come lui, che si comporta semplicemente come uno di noi!