La “tempesta perfetta” devasta la Francia

di Redazione Commenta

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L’inverno di solito non è la stagione nella quale si formano le tempeste sull’oceano Atlantico, dato che le temperature sono molto più rigide rispetto all’estate.

La maggior parte degli uragani che giungono sulle coste atlantiche di Portogallo, Spagna e Francia, sono perlopiù code delle formazioni depressionarie che si formano durante l’estate sul Golfo del Messico e che provocano spaventosi uragani che colpiscono le isole caraibiche e le coste statunitensi.

Queste tremende tempeste anche di classe V con venti oltre i 200 km/h quando finiscono di devastare le zone meridionali degli USA, possono poi spingesi verso il nord Atlantico e giungere sino alla Francia, portando con sé ancora una forza distruttiva che se è non pari a quella originale, provoca comunque gravissimi danni.

Questa tempesta, con raffiche oltre i 150 km orari, si è formata al largo dell’arcipelago di Madeira per poi travolgere Portogallo, Spagna e, soprattutto, la Francia, causando decine di morti. Le foto che ci sono arrivate dalle zone colpite non lasciano spazio all’immaginazione tanto sono drammatiche e, per certi versi, incredibili.

Molti hanno definito questa la:” tempesta perfetta”. Già venerdì sera era scattato l’allarme per Xynthia, questo il suo nome dato all’uragano. Dalle prime sitme si calcolano, oltre 50 morti nella sola Francia e decine di migliaia di sfollati in tutta l’Europa Atlantica.

Purtroppo  non è possibile affermare che il conteggio sia definitivo dato che molti risultano ancora dispersi. La cosa sconcertante è che le autorità francesi, pur avendo lanciato l’allarme, non si sono preoccupate di evacuare le zone a rischio lasciando che le persone venissero sorprese dall’acqua nel sonno.

Xynthia si è abbattutto nella notte con una violenza inaudita soprattutto su piccoli comuni della Vandea come La Faute sur Mer o L’Aguillon. A svegliare gli abitanti è stato il rumore assordante delle onde, che in pochi minuti hanno invaso le case. Oltre 20.000 gli interventi che i Vigili del Fuoco hanno dovuto effettuare in poco più di 24 ore.

Molti  testimoni hanno raccontato che il pericolo non arrivava solo dal mare, dove la maggior partre delle dighe di contenimento ha ceduto sotto la potenza dei marosi, ma anche dal cielo. Con il vento, che superava abbondantemente i 150 km orari, ogni oggetto che veniva sradicato si trasformava inevitabilmente in un vero e proprio proiettile, dalla forza distruttiva e mortale.

E’ brutto a dirsi, ma in questo caso la prevenzione è stata senza dubbio latitante, dato che la protezione civile della regione Vandea avrebbe potuto evacuare molte persone e salvare così parecchie vite.

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