Mare di Bretagna – parte terza

di Redazione 1

Bretagna 5

Purtroppo questa situazione non durerà a lungo; infatti alle 16.24,  in rotta Sud per 185° ed in posizione 45°, 58 Nord e 06°,18 Ovest, mentre mi trovo in pozzetto insieme a Guillaume, Clement e con Romain al timone, avviene il fattaccio: sentiamo un tonfo sordido e vediamo “partire” il Solent. 

Una raffica di oltre 55 nodi ci ha rotto l’attacco dello strallo volante facendo cadere in mare parte della vela squarciata. Senza neanche rendermene conto, istintivamente, mi precipito a prua.

Sono agganciato alla life-line ma le onde, che si abbattono sulla coperta, e le scotte “impazzite” rendendo difficile il recupero della vela. Vista la situazione urlo a Clement di mollare la drizza del Solent, sperando che questa manovra mi permetta di afferrare, almeno, un lembo della vela.

Dopo qualche minuto di “lotta” solitaria sia  Guillaume che Fréderic mi raggiungono a prua. Con l’aiuto dei compagni riesco a riportare a bordo sia la vela che lo strallo. Nel frattempo il timoniere, senza neanche aspettare l’ordine, accendeva il motore con l’intento di stabilizzare la barca.

Dopo essere rientrati tutti in pozzetto mi rendo conto che il peggio è passato e che solo la pronta reazione di tutto l’equipaggio ha evitato danni peggiori.

Adesso, però, dobbiamo decidere in fretta il da farsi visto che siamo in gravi difficoltà. Non possiamo più issare nessuna vela e col motore non è certamente possibile proseguire, su questa rotta, visto che siamo a circa 250 miglia dalle coste Spagnole ed abbiamo mare e vento in prua.

Valutata l’impossibilità di riparare il danno l’unica alternativa  che ci rimane è rientrare verso le coste francesi distanti “solo” 150 miglia circa. Tracciamo una nuova rotta ideale per 60° gradi con l’intenzione di raggiungere il porto di Lorient sfruttando, contemporaneamente, la direzione del vento e delle onde.

Navigare a motore con mare di poppa non certo facile ma dopo un giorno e mezzo di fatica alle 02,30 del 20 agosto entriamo nella marina di Kernevel. Sapremo successivamente, sia dai giornali che dai racconti della gente del luogo, che in quei giorni, nonostante le previsioni di Meteo France non lo avessero previsto in tempo, avevamo sfiorato la coda dell’uragano Charlie il quale, dopo aver devastato le coste della Florida, aveva terminato la sua corsa funesta portando la distruzione sulle coste della Bretagna.

Dopo due giorni di sosta per riparare la barca e per goderci un meritato riposo decidiamo di terminare la vacanza costeggiando la penisola bretone sino a Brest.

Questa esperienza ha rafforzato la mia convinzione che solo la buona preparazione, mentale e fisica, di tutto l’equipaggio e lo scrupoloso rispetto delle fondamentali norme di sicurezza ( indossare sempre le cinture di salvataggio quando si è in mare aperto, attaccarsi alle life-line anche in pozzetto, ecc.), possono evitare, in certi casi, tragici epiloghi.

L’andare per mare a vela è fantastico, ma il Mare non perdona e come dice un proverbio bretone: “Diouzh ma ri e kavi” ( Troverai a seconda di ciò che farai ).

Commenti (1)

  1. sul mio facebbok video e documenti della frode 369 mila euro per una barca che non ho ! Dufour yachts la rochelle ha dimenticato di costruirla……..

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