panama_canal_pia03368_lrg

Continuiamo la nostra storia sull’attraversamento del canale di Panamà, raccontando le emozioni provate dell’amico Skipper Alex, che si era rivolto a “senor” Pedro per il disbrigo delle pratiche doganali. Alle 08,30  Alex salpò con il suo equipaggio e la barca “Non solo per moda” per la zona di Flat dove dovevano attendere il mitico Pedro.

Pedro arrivò verso le 10,00 e consegnò due cime da 40 metri, ed una mezza dozzina di copertoni di auto ricoperti con sacchi dell’immondizia perché non sporcassero la fiancata della barca ed imbarcò un ragazzo di 20 anni.

Il giovane Juan, raccontò di avere 25 anni e 2 figli, uno di 7 ed uno di 4. Questo era il suo lavoro e Pedro glielo procura. Alle 14 arrivò il cosiddetto aiutante per spiegare quello che si deve fare per attraversare il canale.

All’interno della chiusa entrerà prima una nave da guerra Colombiana poi un rimorchiatore americano ed infine la barca di Alex legata con un altre tre barche. Vengono poi lanciate le cime a terra, due a prora e due a poppa che vengono tenute da quattro addetti del canale che nel momento dell’ingresso dell’acqua che farà alzare il livello di un decina di metri verranno ben fissate a delle grosse bitte.

L’ emozione è palpitante, e subito dopo l’entrata le due grosse porte di acciaio vengono chiuse lasciando alle spalle l’Oceano Atlantico. Quindi inizia ad entrare l’acqua dal basso.  Si vedono come delle grosse bolle di acqua che continuamente affiorano tutto intorno generando una forte corrente che fa in parte girare la barca, ma essendo trattenuti dalle grosse cime si resiste alla corrente.

Il livello dell’acqua sale rapidamente ed in meno di 20 minuti si sale di una decina di metri. Si aprono allora le altre porte e tutti si muoviamo per entrare nella successiva chiusa. Di nuovo ben legati alle grosse bitte della sponda del canale e tutto si ripete. In totale si supera un dislivello  di 20-22 metri in meno di due ore. Alla fine si apre la terza porta, e tutti escono dalla chiusa ed entrano nel lago artificiale di Gantum.

La guida  indica a tutti gli equipaggi di andare in una zona per passare la notte legati ad un grosso pontone, dato che gettare l’ancora in questo fondale è pericoloso visto i molti relitti che giacciono sul fondo.

Per raggiungere le altre chiuse e scendere a livello dell’Oceano Pacifico si devono percorrere una quarantina di miglia quindi la sveglia è prevista alle 6 del mattino. Alle 6,30 puntuale sale a bordo un’altra guida, che ci guiderà nelle zone riservate al traffico marittimo del lago.

Il lago Gantum è artificiale, dato che la valle che lo circonda è stata allagata. Durante la navigazione si notano e cime di queste collinette diventate ora lussureggianti isolette. L’isola più grande è stata destinata a parco naturale e sono state introdotte delle specie animali protette, inoltre è attivo un centro di indagine scientifica internazionale che studia lo sviluppo di queste e di tutte le altre specie animali e vegetali.
Quando Alex ed il suo equipaggio giungono alla chiuse di Miraflores  si legano insieme alle altre barche, nella stessa posizione e nello stesso modo e si infiliamo nella chiusa

La sequenza delle operazioni è del tutto analogo al precedente solo che questa volta si scende di livello e la corrente è molto meno forte e l’operazione si svolge con più tranquillità.

Dopo circa un paio d’ore l’utima porta delle chiuse si apre e finalmente sono in direzione dell’Oceano Pacifico. Prima di rimpredere il viaggio verso le Galapagos e le isole del Pacifico è d’obbligo una tappa con visita della città di Panamà unica ed affascinante.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>