Scafi di un tempo, il Comet 111

di Redazione Commenta

comet_111_photo[1]

Il mitico Comet 111 fu realizzato su progetto di Jean Marie Finot , grande progettista di barche da crociera è stretto collaboratore del cantiere Comar tra la metà degli anni settanta ed ottanta.

Le linee dello scafo riprendono i canoni e le impostazioni costruttive dell’epoca , avvicinandosi a quelle del suo predecessore il Comet 11, dal quale si differenziano però per la forma del pozzetto e della tuga con sviluppo profondo e molto bassa.

Il baglio massimo è abbastanza centrale con un dritto di prua slanciato e con un cavallino abbastanza pronunciato. La poppa si raccorda con lo specchio chiuso e inclinato, mentre il pozzetto soffre molto nelle dimensioni a causa del protrarsi della tuga.

Lo scafo veniva realizzato con una stampata monolitica stratificata con resina isoftalica, mentre le zone di rinforzo strutturale venivano realizzate con un contro stampo strutturale che se da un lato garantisce la rigidità della barca dall’altro impedisce ogni possibile controllo.

Sottocoperta il progettista francese aveva previsto un lay-out classico con due cabine doppie a poppa ed una con letti a V a prua. La dinette centrale godeva di un ampio divano a C con tavolo ribaltabile ed un divanetto contrapposta sulla murata. La zona carteggio e la cucina ad L erano realizzate subito a poppa della dinnette così da facilitare l’uso e la razionalità della sistemazione.

Il bagno era posto tra la dinette e la cabina di prora, con porte scorrevoli così da contenere le dimensioni ed l’ingombro che risultava al limite della praticabilità. In alcune versioni con due cabine il bagno poteva godere di maggiore spazio dato che prendeva il posto della cabina di sinistra a poppa via.   

Grazie ad un armo molto valido la barca a vela godeva di una notevole velocità sia nella andature di bolina che in quelle portanti. L’ingresso sull’onda era sempre buono e senza impatti bruschi da rallentare l’andatura. Rispetto ad altri modello dello stesso cantiere la barca risente dell’impostazione e della produzione di serie operata all’inizio degli anni ottanta, ma senza eccessi e distrazioni nella cura dei particolari e nell’uso delle materie prime.

Il suo valore commerciale si aggira intorno ai 40/45 mila euro per barche molto ben tenute e senza difetti particolari, che ne potrebbero deprezzare il valore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>