Un tempo sulle barche dei navigatoti oceanici il sestante veniva gelosamente custodito in una custodia di legno pregiato, nei pressi del tavolo di carteggio pronto per essere usato ogni volta che si voleva conoscere la propria posizione.
Negli anni con l’avvento dei GPS la navigazione astronomica è stata via via abbandonata, condannando i marinai a rimanere così schiavi della strumentazione elettronica. La cosa assurda è che oggi pochi navigatori sanno utilizzare il sestante e quanto l’energia di bordo svanisce si perde ogni capacità di poter effettuare un punto nave.
La sua invenzione la si deve all’ottico ed astronomo inglese John Hadley che nel 1731 costruì il primo ottante, utilizzando il sistema della doppia riflessione degli specchi di cui uno era fissato al settore e l’altro unito con alidada dotata di cannocchiale e di un arco di cerchio di 45 gradi – l’ottava parte di 360 – . L’ottante rimane in funzione anche per uso nautico sino al 1757 quando Adams e Campbell realizzarono il sestante portando l’ampiezza dell’arco da 45 a 60 gradi. IL sestante rispetto al suo predecessore ha il notevole vantaggio di poter misurare angoli sino a 120°.
Con il sestante è possibile misurare l’altezza di un astro rispetto al suo azimut nella volta celeste. Per la navigazione astronomica oltre al sestante occorrono un cronometro, le effemeridi e le tavole per semplificare i calcoli. Oggi si possono trovare in vendita programmi che calcolano automaticamente le formule e memorizzano le effemeridi anche per molte decine di anni.
Anche se molti oggi sono convinti che il sestante sia uno strumento obsoleto e sorpassato per la navigazione io credo, al contrario, che saper utilizzare la navigazione astronomica sia un requisito per ogni buon marinaio dato che abitua le persone ad effettuare dei rapidi ragionamenti aumentando la capacità di poter reagire ad ogni imprevisto anche quanto il nostro GPS satellitare non funziona o funziona in modo anomalo.
Inoltre è sempre negativo lasciarsi portare e farsi navigare ciecamente dagli apparati elettronici dato che non sempre si può essere sicuri che i dati provenienti dagli strumenti siano veramente affidabili come mi è successo molte volte negli anni.