Tassa barche, in Francia si paga di meno dell’Italia?

di Redazione 1

Pare che la Francia, riguardo alle tassa di stazionamento sulle barche, sia più economica dell’Italia, ma a ben guardare non di molto, tanto che in alcuni casi le differenze si annullano persino. Ma il vero scarto tra noi e “loro” c’è, eccome, e riguarda un aspetto molto discusso della manovra Monti, la fantomatica “vetustà” dell’imbarcazione.

Tassa francese sulle barche

Per farvi un’idea, la tassa sulle barche (che in Francia si chiama DAFN – tassa annuale di francesizzazione e navigazione) viene calcolata sì sulla lunghezza dell’imbarcazione, ma intesa dello scafo e non fuoritutto come accade nel nostro Bel Paese, senza contare che, dal pagamento sono esentate tutte le barche al di sotto dei 7 metri. Da 7 a 8 metri, il costo annuale è di 92 euro, da 9 a 10 metri di 223 euro, da 10 a 11 metri di 300 euro, da 11 a 12 metri di 342 euro, da 12 a 15 metri di 573 euro, da 15 metri in su 1106 euro.

Le differenze, riguardano anche la tassa sulla potenza del motore a bordo, che considera addirittura le emissioni di Co2. Sino a 5 cavalli non si paga, mentre da 6 a 8 cavalli il costo è di 13 euro, da 9 a 10 cavalli 15 euro, da 11 a 20 cavalli 32 euro, da 21 a 25 cavalli 36 euro, da 26 a 50 cavalli 40 euro, e da 51 a 99 cavalli 45 euro.

Tassa sulle barche, Italia e Francia a confronto

Esempi barche a vela di 10-12-15,50 metri: Una barca a vela di 10 metri, con motore a bordo di 20 cv, in Francia paga 300 euro all’anno, mentre la stessa barca in Italia, paga ben 912 euro, tuttavia, se la barca (italiana) rimane in acqua soltanto 180 giorni (vale a dire all’incirca dalla primavera all’estate) pagherà 450 euro. Di fatto, la Francia resta più economica.

Una barca a vela di 12 metri con bandiera francese e un motore a bordo di 40 cv, paga 573 euro all’anno, mentre in Italia paga 1.460 euro. La somma si riduce a 720 euro, se la barca resta in acqua solo 180 giorni.

Una barca a vela di 15,50 metri che navighi in acque francesi, con un motore ausiliario di 75 cv paga all’anno 1.125 euro, mentre in Italia, un’imbarcazione della stessa metratura paga 900 euro e qui la vittoria della Francia è assolutamente schiacciante.

Esempi barche a motore di 10-12-15,50 metri: in Francia, una barca a motore di 10 metri con motore 300 cv, paga 780 euro all’anno, mentre in Italia paga 1.824. Se resta solo 180 giorni, chiaramente, pagherà 900 euro.

In Francia, una barca a motore di 12 metri con propulsore da 450 cv, paga all’anno 1.973 euro, mentre in Italia paga 2.920 euro, ma se rimane in acqua solo per 180 giorni pagherà 1.440 euro.

In Francia, una barca a motore di 15,50 metri con propulsore da 850 cv, paga all’anno 3.943 euro, mentre in Italia paga 3.650 euro, e se rimane in acqua solo per 180 giorni pagherà 1.800 euro. In questo caso, la vittoria spetta all’Italia.

Tirando le somme, la Francia è di gran lunga più conveniente per quanto riguarda le barche a motore tra i 10 e i 12 metri, mentre per le barche a vela, soprattutto se si decide di tenere la barca in acqua solo per 180 giorni, non ci sono grosse differenze. Ma il vero scarto tra l’Italia è la Francia è senza dubbio rappresentato dalle riduzioni per vetustà dell’imbarcazione, sia a vela che a motore e sui cui si è molto dibattuto in rete in questi giorni e che rende iniqua la manovra Monti.

Riduzioni per vetustà dell’imbarcazione a vela e a motore (e del motore) in Francia

  • 33 % per le barche da 10 a 20 anni
  • 55 % per le barche da 20 a 25 anni
  • 80 % per le barche di più di 25 anni

Quello che molti si augurano è che la tassa di stazionamento sulle barche, prima della conversione in legge, possa essere rivista, anche perché il tempo per farlo, non manca di certo.

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