Un tender chiamato desiderio

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zodiac tender

Ogni timoniere segue la propria rotta, come ogni pram segue la propria barca. Parafrasando questo antico detto si potrebbe dire che il battellino di servizio, oggi comunemente chiamato tender, deve sempre essere d’ausilio alla barca principale e pronto all’uso in ogni momento.

Ogni armatore vuole cose diverse dal proprio tender. C’è chi lo usa quasi esclusivamente per scendere a terra , chi invece preferisce utilizzarlo per andare a pesca o fare delle brevi gite lungo costa. Senza addentrarci nel mondo dei super tender, di cui ho già parlato in un precedente post, vorrei analizzare le varie offerte del mercato per fornire dei consigli utili agli armatori, al fine di trovare il tender giusto.

Apparentemente questi battellini pneumatici sembrano tutti uguali, ma nella realtà hanno caratteristiche e prezzi differenti, che alle volte possono arrivare anche al doppio, per tender di analoghe dimensioni. Tutto dipende dalle caratteristiche costruttive. Esistono varie tipologie di battelli – con fondo piatto, a chiglia pneumatica ed a chiglia in vetroresina – ma essenzialmente la differenza è data dalla qualità del materiale impiegato e dalle motorizzazioni

Escludendo i tender con chiglia piatta, che permettono limitate navigazioni, le altre due tipologie garantiscono buone prestazioni e doti di navigabilità anche in condizioni di mare formato. E’ ovvio che non bisogna mai esagerare nell’affrontare il mare con questi mezzi, dato che non sono studiati per questo scopo. Tuttavia esistono dei tender di soli 3,5 metri, con chiglia rigida e motorizzazione entrobordo e propulsione ad idrogetto – come lo Zodiac projet 350 – che permettono delle performance superlative, sia in termini di navigabilità, sicurezza, che prestazioni velocistiche. L’unico difetto di questo mezzo è il prezzo che può anche superare i 7/8000 euro, oltre ad un notevole peso che richiede una gruetta ed un paranco per essere issato a bordo.

Personalmente consiglio un tender a chiglia rigida, di lunghezza non superiore ai 3, 4 metri, motorizzato con fuoribordo a 4 tempi da 8/9 hp. Con questa conformazione si ha un mezzo sicuro per affrontare il mare, comodo in quanto vi possono sedere anche 5/6 persone, ed abbastanza veloce da permettervi spostamenti rapidi lungo costa. Inoltre, con un tender simile, non avrete mai problemi di stivaggio dato che il pram, opportunamente alloggiato, può trovare spazio anche a prua di una barca da 35/37 piedi, mentre il motore può essere riposto sul pulpito di poppa.

Sconsiglio vivamente un pram realizzato in PVC, dato che questo materiale, con tempo e sottoposto ai raggi ultravioletti, tende a perdere la parti più volatili del composto clorurato, perdendo quella elasticità che lo rende capace di sopportare urti ed abrasioni. Meglio optare per un battello realizzato in tessuto di neoprene multi strato che garantisce una maggiore durata nel tempo.

Questi semplici consigli derivano dalla mia esperienza diretta e non posso certo pretendere che siano esaustivi di ogni aspetto che riguarda l’argomento trattato, tanto più che ogni armatore ha il suo piccolo “tender del desiderio”,  anche se come recita un antico proverbio:

Aumenta ognor l’imperio. Delle sue voglie chi nel sen le cova; chè estinto un desiderio, Mille ne sorgon che appagar non giova.

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