Timone a vento, per chi vuole navigare molto

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Timone a vento 2

 

Sulle barche degli anni settanta/ottanta si vedevano spesso, anche su piccoli cabinati, i piloti automatici comandati dal vento, il cosiddetto timone a vento. Oggi con i dispositivi elettronici e l’uso del GPS, i piloti automatici fungono anche da pilota a vento grazie al fatto che un trasduttore sul pilota automatico è capace di mantenere la rotta in base al variare della direzione del vento.

I piloti elettrici, detti piloti automatici o autopiloti, hanno il vantaggio di funzionare anche in assenza di vento, ma consumano elettricità e quindi per lunghe traversate non sono consigliati almeno che non si voglia accendere il motore o il generatore.

Il timone e vento meccanico costa di più e ingombra molto, ma non avendo parti elettroniche, si guasta assai di rado, inoltre questo sistema risponde meglio alle variazioni di rotta. Veniva usato principalmente dai navigatori solitari che avevano la necessita di non stare sempre al timone sia durante il giorno che di notte.
Il funzionamento del timone a vento meccanico è abbastanza semplice dato che, quando la barca cambia rotta per un motivo qualsiasi (o quando il vento cambia direzione) preme sulla bandiera e la riporta nella posizione parallela al vento.

L’asta della bandiera è collegata tramite una serie di rinvii al timone della barca, quindi una deviazione della direzione con la quale il vento devia la bandiera ha l’effetto di esercitare una pressione sul timone principale  e quindi la riporta sulla rotta ottimale.

Il limite di questi sistemi meccanici con bandiera è che funzionano molto bene con venti sostenuti mentre con brezze leggere, la pressione esercitata sulla bandiera non consente alla stessa di esercitare una forza tale da deviare il timone, con la conseguenza di trovarsi con un angolo di vento non ideale che fa rallentare la velocità della barca.

Per ovviare all’inconveniente della scarsa forza ottenibile dal sistema a bandiera è stato inventato, da Marcel Gianoli per il Pen Duick II di  Eric Tabarly, il sistema ad asse orizzontale detto a pendoo.  Il pendolo è una specie di pala che può ruotare su un asse orizzontale, contrariamente alla bandiera che ruota attorno ad un asse verticale.

Quando il vento ruotando esercita una pressione sul pendolo, in modo del tutto simile a quanto accade con la bandiera, si produce un effetto moltiplicato che agisce sui rinvii del timone principale grazie ad due principi fondamentali che sfruttano il centro velico della pala del pendolo che essendo più distante dall’asse di rotazione può esercitare uno sforzo maggiore sull’asse stesso.

Il vantaggio di avere un timone ausiliario meccanico a vento, rispetto al pilota automatico elettronico, è molteplice. In primo luogo con due timoni, in caso di rottura di quello principale avrete un timone di scorta , cosa che in caso di cattivo tempo è certamente vantaggiosa. Inoltre non avendo necessità di sistemi elettronici il timone a vento meccanico può essere montato anche su barche piccole, anche inferiori ai 10 metri.

Se dovessi armare una barca a vela, per fare il giro del mondo, certamente monterei un sistema di timone a vento con pendolo che garantisce una grande affidabilità ed un ottima tenuta con qualsiasi mare ed in ogni condizione di vento.

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