Vela, emergenze: scuffia – sopravento/2

di Redazione Commenta

scuffia

Della scuffia sottovento, e di quanto rappresenti un pericolo solo virtuale, abbiamo già detto. Esiste, tuttavia, anche il caso di scuffia – cioè il capovolgimento della barca che fa seguito nella maggior parte dei casi all’azione di una raffica di vento – sopravento, dove per sopravento si intende il lato dell’imbarcazione direttamente colpito dalla folata.

Nellla fattispecie, il metodo migliore per raddrizzare la barca è quello di portare lentamente la prua in direzione del vento stesso. Se si è almeno in due, il movimento ideale è quello secondo cui, mentre il primo spinge la prua nella direzione giusta, il secondo agisce sulla poppa. Il procedimento appena indicato consente di evitare una nuova scuffia nel momento in cui, con lo scafo che si raddrizza e il boma spostato conseguentemente al lato sottovento, avviene il passaggio dellla randa.

Le fasi cruciali si possono riassumere in tre passaggi: il primo è quello di spingere l’albero verso l’alto e tirare la deriva verso il basso per evitare la scuffia completa a 180 gradi; il secondo vuole che uno dei passeggeri, servendosi della scotta del fiocco, si arrampichi sulla deriva mentre l’altro, resti in corrispondenza o a prua per evitare di essere colpito dal boma. In questo modo, l’uomo salito in maniera conseguenziale a bordo ha facoltà di tenere in equilibrio la barca mentre l’altro – quello sulla deriva – scivoli lentamente in acqua man mano che l’imbarcazione si va a raddrizzare.

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