Coppa America: breve storia dal 1983 alla vittoria dei “Kiwi”

di Redazione 1

Se la Coppa America è stata a New York per 132 anni, il 1983 è stato l’anno in cui venne sottratta agli americani dai “ragazzi dell’emisfero sud” con “Australia II” di Allan Bond. Lo skipper americano che subì questo affronto fu Dennis Conner.

L’imbarcazione australiana all’epoca si presentò con un’arma segreta, ovvero una chiglia alata che le diede velocità e prestazioni superiori nella maggior parte delle condizioni meteo. Tale “arma” venne tenuta nascosta fino all’ultimo.

Tuttavia Dennis Conner, passato al San Diego Yacht Club, ebbe la sua rivincita a Fremantle nell’edizione del 1987 con “Stars and Stripes”. L’annata di questa Coppa America vide anche la presenza di due barche italiane: “Azzurra” e “Italia” (su 13 imbarcazioni presenti, si classificarono rispettivamente undicesima e settima).

La tecnologia cominciava ad avere un ruolo molto importante, non solo per quanto riguardava la chiglia alata sul 12 metri di Allan Bond; ma anche per il materiale dello scafo utilizzato dal sindacato neo-zelandese sul proprio yacht, ovvero fibra di vetro anziché alluminio.

Dopo questo evento, e a seguito di alcune sfide velistiche proposte dai neo-zelandesi agli americani nel 1988, ci furono numerose battaglie legali, che coinvolsero entrambi i contendenti, per contestare la mancata conformità dello scafo e dei materiali utilizzati al regolamento di Coppa America.

Per evitare ulteriori “battaglie” nelle corti di giustizia, il comitato organizzatore dell’evento introdusse la vera e propria Classe Coppa America che andò a sostituire i 12 metri S.I. in uso dal 1958. Gli scafi di questa classe vennero progettati per dare le migliori prestazioni in regate di tipo match race nei percorsi “a bastone”.

Il 1992 fu l’anno in cui due team americani si contesero il titolo di Defender. Dennis Conner venne battuto dal miliardario Bill Koch con “America-Cubed”, condotta dalla leggenda della vela Harry “Buddy” Melges. Questo fu l’anno in cui gareggiò l’italiana “Il moro di Venezia”, timonata da Paul Cayard, che riuscì a battere il team zeo-zelandese.

Il 1995 fu, invece, l’anno dei “Kiwi”. “Black Magic”, condotta da Russell Coutts, sbaragliò il defender “Young America” e portò l’ambito trofeo in Nuova Zelanda.

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