Film sulla nautica: Wind – Più forte del vento (1992)

di Redazione 4

wind-più forte del vento

Il fascino dell’America’s Cup avvolge anche il mondo cinematografico di Hollywood, che intorno alle suggestive atmosfere e alle emozioni a raffica garantite dalla più prestigiosa competizione velistica ha consumato più di una pellicola. La nostra parte, in questo caso, sarà quella di attuare una ricerca meticolosa nella filmografia planetaria per ripescare tutti quei film che hanno ripreso – più o meno evidentemente – il contesto nautico.

In un ordine puramente casuale e che non tiene conto di altri criteri se non di quello banalissimo dettato dalla ricerca stessa: man mano che ne scopro qualcuno lo guardo. Poi ve lo segnalo. Non dubito neppure del fatto che possiate essere più ferrati di me in materia: in tal caso, vi invito a una segnalazione tempestiva.

Il primo dei film che mi sovviene – perchè, questo sì, m’è capitato di vederlo tempo addietro (sei, sette anni fa) – è Wind (Più forte del vento) e risale al 1992.

Carroll Ballard alla regia; il cast comprende Stellan Skarsgard (Dogville, King Arthur), Matthew Modine (Sesso e bugie a Las Vegas), Jennifer Grey, Cliff Robertson.

La Coppa America vissuta attraverso la cinepresa: 1987. Iniziano le competizioni dell’America’s Cup e Will Parker, precedentemente battuto (storica sconfitta per gli americani) da un equipaggio australiano, ha l’opportunità di rifarsi grazie a un ricco uomo d’affari a stelle e strisce che gli affida la sua imbarcazione. Inframmezzato da una storia d’amore che si sviluppa in maniera analoga all’andamento delle competizioni, il film non sorprende: finale scontato. Happy end statunitense con tanto di finale poco brillante.

Ovvio che non vi racconto i dettagli. Mi limito a qualche considerazione.

Cosa mi è piaciuto: le riprese della competizione. Belle, coinvolgenti con tanto di spruzzi “come se fossero lì”, virate, strambate.

Cosa non mi è piaciuto: il pensiero che tanta fatica (perchè effettuare scene a tal punto realistiche non dev’essere stato certo facile) si sia sprecata per mettere in scena una trama debole. Banale. Scontata.

Morale: “perdere la rotta“, quando si parla di nautica, è più facile di quel che si possa pensare. Accade nella vita reale, figuriamoci nella finzione (indirettamente, concedetemelo, provo a ringraziare Cristiano a cui dico che molto spesso si impara proprio da lettori appassionati come lui)

Commenti (4)

  1. Va bene imparere, ma perseverare è diabolico….a New Port 1983 vinse Australia II del magnate Alan Bond sconfiggento il mitico Big Bad Dennis Conner…..io c’ero fidati !!!!

    ma la trama del fim che narri non è così!!! forse è il caso di rivederlo o vuol dire che il movie non centra nulla con la coppa America!!!!

    Nel 1983 ci furono sei sindacati che avanzarono una sfida per la coppa. Allo scopo di stabilire chi sarebbe stato il vero sfidante, si tennero una serie di regate eliminatorie, per le quali venne istituita come premio la Louis Vuitton Cup. A questa edizione risale anche la prima partecipazione di una barca italiana, Azzurra, schierata dallo Yacht Club Costa Smeralda. Azzurra, progettata dallo studio Vallicelli di Roma e affidata allo skipper Cino Ricci e al timoniere Mauro Pelaschier coadiuvati da altri noti velisti italiani: Niki Mosca, Massimo Devoto, Lorenzo Mazza, Tiziano Nava, Dondo Ballanti, Chicco Isenburg, ecc. si classificò terza tra gli sfidanti, ma soprattutto fece conoscere al grosso del pubblico italiano l’esistenza di questa competizione

    1. Anno 1987. Per il resto la trama te la confermo.
      Non sono lezioni accademiche, non ci sono cattedre.
      Credo che chi provi interesse dal consiglio abbia tutte le possibilità di approfondire la tematica altrove (magari proprio su siti specializzati di cinema). Tra l’altro, lo spirito dei post relativi ai film sulla nautica è proprio quello di coinvolgere ciascuno con osservazioni e riferimenti.
      Non è un modo per concorrere con il Mereghetti nè con il Morandini, vuole solo essere uno spunto per chiunque avesse voglia di cimentarsi con la nautica in pellicola. Sta bene anche il copia-incolla come il tuo, perchè arricchisci di informazioni assolutamente utili un post che ha proprio quella funzione. Di farsi alimentare da chi legge.

  2. Purtroppo i post sono letti e gli errori devono essere evidenziati soprattutto quelli macroscopici. Non poi dire New Port, USA 1983, quando poi si scopre che si parla di Freemantle Australia nel 1987. Mi viene il dubbio che il film sia una cavolata o che la trama che narri non è quella che hai visto. Ricordati che c’è gente preparata nel settore della vela e che queste manifestazioni le ha vissute per davvero e non nei film…. questo fa la differenza tra i blog seri e che parlano di vela e yacht ed altri che dicono solo banalità e stupidità sul mondo della nautica.

    1. E’ un piacere che i post siano letti. A me non può che far felice avere la possibilità di interagire con una persona – e te l’ho riconosciuto fin dal primo commento – ferrata in materia, competente e con esperienze specifiche alle spalle. Anzi, proprio per la tua certificata conoscenza in campo nautico, che altro sperare se non di imparare da chi sembra conoscerne parecchie… anche perchè se nel 1983 c’eri, come hai detto, non fai che accrescere la mia curiosità. Anzi, mi stupisce che, essendo stato lì, tu abbia riportato in commento un copia incolla quando avresti potuto con cognizione di causa raccontare cosa ci si è persi, a non essere lì. Spero inoltre che il tuo spirito critico e la capacità di analisi – anche per questo, chapeau – possano fungere d’esempio a molti altri perchè a me piacciono. In ultimo: non ho mai avuto l’abitudine di negarmi di fronte a una svista o a un errore neppure quando – e non è questo il caso – le intenzioni degli interlocutori mi sono sembrate dubbie. Lo trovo formativo (che anche chi scrive impara, anzi: non smette mai di farlo) e doveroso. E di solito, a chi ti fa notare errori e sviste si dice grazie anche per riconoscenza.

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