34° American’s Cup, Mascalzone Latino “naufraga” prima ancora di partire, alla faccia dell’Unità d’Italia

di Redazione 2

Il sogno di vedere una barca italiana al via della 34° edizione della Coppa America, rischia di finire infranto sugli scogli della crisi finanziaria.

Da tempo le voci si rincorrevano, ma solo nelle ultime ore si è avuta la certezza: Vincenzo Onorato patron di Mascalzone Latino potrebbe rinunciare ad iscriversi alla prossima American’s Cup a causa della mancanza di sponsor.

Dopo che il team Luna Rossa, da tempo, si era ritirato delle competizioni veliche e quello di  + 39 era andato dichiarato fallito da tribunale di Milano, agli appassionati velisti dello stivale non restava che riporre le proprie  speranze  e fiducia, nel team dei Mascalzoni, che da oltre 15 anni partecipavano regolarmente a tutti gli eventi legati alla Coppa America.

Secondo quanto dichiarato dallo stesso Vincenzo Onorato, in una recente intervista:

La Coppa necessitava di un cambiamento importante. Una volta ancora voglio sottolineare che i multiscafi comportano un risparmio dal punto di vista economico. Mi sembra che non si sia data la giusta importanza al fatto che la prossima Coppa America avrà inizio sui nuovi One design AC45 e questo aiuterà a contenere i costi, dando tempo ai team di trovare le risorse necessarie. Il ritardo nella scelta della sede è dovuta al fatto che in tempi di recessione economica come quelli attuali, molto tempo se n’è andato a causa delle trattative necessarie per chiudere l’accordo con le amministrazioni locali. Noi di Mascalzone Latino siamo impegnati per portare qualche evento dell’America’s Cup World Series in Italia. Anche noi, intanto, siamo nella stessa posizione degli altri: senza date e località è difficile coinvolgere gli sponsor. Del resto non mi interessa essere coinvolto nella Coppa se non potrò essere competitivo e pertanto se entro pochi mesi non troverò il budget necessario per rendere competitivo il Team allora gioco forza lascerò.

Questo grido d’allarme arriva proprio nel momento cruciale per definire la lista dei challenger per la prossima edizione della coppa, ad a poco meno di due mesi dal termine ultimo per l’iscrizione noi italiani rischiamo di vedere l’insegne di ITA 72 solo sulle foto ricordo.

Alla faccia dello spirito e dell’ unità d’Italia, proprio nell’anno del 150° anniversario. Purtroppo il buon Onorato ha ragione e senza soldi non si va da nessuna parte; del resto quello che non riesco ancora a capire è come mai le grandi multinazionali italiane non vogliano investire nell’evento velico più importante al mondo, che dal punto di vista del ritorno economico è certamente una cassa di risonanza importantissima, specialmente quando vi sono degli eventi come le World Series che portano in giro per il mondo le regate di sfida alla coppa.

Sarà, ma sono convinto che se Vincenzo fosse nato in Francia, il suo team avrebbe già trovato molti e munifici sponsor… c’est la voile!

Commenti (2)

  1. L’Italia (e l’unità) non c’entrano niente. TNZ aveva sponsor Emirates, non proprio neozelandese. Tanto male si è detto di Bertarelli, ma Alinghi l’evento l’ha organizzato e anche bene.

  2. Ciao Roberto e benvenuto nel nostro blog. Il problema delle sponsorizzazioni per chi vuole partecipare ad delle competizioni così importanti come la Coppa America non è da sottovalutare. L’italia è una nazione che in termini economici non è certo paragonabile alla splendida Nuova Zelanda, che non mi pare sia tra le prime otto nazioni al mondo…Ovviamente un team di un paese piccolo per sopravvivere può benissimo trovare sponsor al di fuori dei suoi confini cosa diversa è per uno stato da 65 milioni di abitanti. La questione sull’unità d’Italia ovviamente è provocatoria e vuole sottolineare come la vela nel nostro paese, con ben 8 mila chilometri di coste e dove la nautica da diporto e tra le prime al mondo, sia sostanzialemente sottovalutata se non snobbata…Concordo con te sul fatto che la 32° edizione della coppa avesse una formula vincente, peccato però che Alinghi ottusamente insieme a Oracle, si siano imposti di voler disputare la 33° edizione con un’assurda sfida a due che sia dal punto di vista sportivo che da quello mediatico non hanno certamente trovato riscontro nel pubblico.

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