America’s Cup 2013, il trionfo di Oracle

di Redazione Commenta

America's Cup - Final Race

Le critiche e gli scetticismi sono ormai non lontano ricordo di fronte allo straordinario spettacolo offerto dall’America’s Cup 2013. Pubblico al di sotto delle aspettative, share televisivo ai minimi storici nei round di qualificazione e l’impressione che questa Coppa America fosse solo una splendida vetrina per i milionari proprietari del defender. Ma la gara ha raccontato una storia diversa, la storia più affascinante delle ultime edizioni, con Oracle costretto a rincorrere sin dalle prime battute e poi capace di rimontare sette punti per salire ancora una volta sul gradino più alto del podio.

Una gara senza storia fino alla metà di settembre, quando Emirates viaggiava con il vento in poppa e riusciva a guadagnare un ottimo margine sugli americani. 8-1 il vantaggio dei kiwi ad un certo punto della kermesse, quando ormai la supremazia dello sfidante sembrava schiacciante. Sarebbe bastato gestire la gara e cercare il vento favorevole in una delle regate successive per riportare a casa la Vecchia Brocca.

Un solo punto da mettere in cantiere e lo champagne già in fresco, pronto ad essere stappato e versato nei calici. Ma i calici dei neozelandesi sono rimasti tristemente vuoti, lo champagne ha perso le bollicine e l’urlo di gioia è rimasto in gola. Oracle ha mostrato grande determinazione, riuscendo a rimontare punto su punto e ad annullare il gap.

L’America’s Cup 2013 viveva così il più emozionante dei finali, con la vittoria finale appesa ad un filo, in bilico fino all’ultimo secondo. A trionfare alla fine è Oracle, più determinato, meno nervoso, con più voglia di vincere nelle vene. Ad Emirates rimane la soddisfazione di aver tenuto testa ai ricchissimi e tecnologici americani, ma anche il rimpianto per aver sfiorato il sogno per una decina di giorni, per poi ritrovarsi sconfitti ed umiliati. La Vecchia Brocca resta nella bacheca degli americani ancora per qualche anno. Arrivederci alla prossima America’s Cup.

Photo Credits | Getty Images

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