Barche Usate, la truffa dietro la “poppa”

di Redazione Commenta

Si sa il mondo della nautica da diporto è frequentato da una miriade di soggetti ed operatori, che  per la verità non sempre sono all’altezza di ricoprire un ruolo serio e corretto. Tra cantieri, broker, mediatori, noleggiatori e fornitori si servizi la scelta, apparentemente, è assai ampia, ma nella realtà non è proprio così.

Nonostante il Codice del Diporto ed alcune norme europee che regolano il settore, oltre a quelle, da sempre in vigore del Codice della Navigazione e del Codice Civile, sembra che la nautica da diporto viva in una sorta di limbo dove tutto, o quasi, è concesso. Questo, ovviamente, a scapito della professionalità di pochi. Molti operatori cercano di aggirare norme o leggi con il solo fine di rifilare i soliti “pacchi” o “sole”, come si dice sotto al Cupolone della città eterna, altri usano sistemi da estorsori ed moltissimi cercano comunque di speculare per procurarsi un facile  guadagno. Nel diporto, come è noto, esistono delle vere e proprie “mafie” che gestiscono impunemente porti o marine, alla faccia degli organi preposti al controllo, compresi quelli di polizia. In questo “mare nostrum” molti diportisti, scarsamente preparati, rimangono vittima di raggiri e prevaricazioni di ogni genere.

Di recente ho assistito ad un nuovo modo di “eludere” le norme sulla vendita di imbarcazioni usate da parte di alcuni cantieri o presunti tali. Infatti, se un operatore nautico -cantiere o rivenditore- vende una barca direttamente deve garantire lo stesso natante per almeno dodici mesi, mentre se è un privato che cede il bene, tramite un mediatore o broker,  questo obbligo non esiste.

In questo modo molti cantieri, che prendono in permuta dei natanti, quelle barche cioè che non devono essere iscritte al RID – Registro delle Imbarcazioni da Diporto – le rivendono dichiarando, in modo fittizio, che il venditore è un soggetto terzo e che loro godono di una procura a vendere, mentre nella realtà la barca è di loro proprietà dato che nessuno concede una procura notarile per un natante del valore di poche decine di migliaia di euro.

In questo modo, l’incauto armatore, non potrà direttamente rivalersi sul cantiere, nel caso in cui si verifichino dei vizi o guasti all’imbarcazione, ma dovrà ricorrere al giudice con il gravoso onere di dimostrare che tra il soggetto venditore, generalmente un parente o dipendente del cantiere, ed il cantiere/mediatore stesso, non esiste nessuna differenza e che quindi tutta l’operazione si concretizza in un puro raggiro delle norme, che per la verità potrebbe rivestire anche dei profili di carattere penale, più simili alla truffa.

Come consiglio sempre ad ogni armatore: “il fai da te è la cosa peggiore che si possa fare in ambito nautico”, dato che nessuno possiede conoscenze tecniche e/o giuridiche tali da potersi tutelare, senza l’ausilio di esperti. Noi, della LMF SAILING SERVICE, cerchiamo sempre di prevenire ogni problema sia su barche nuove che usate. Attivando un pool di seri professionisti che interagiscono tra di loro,  tuteliamo e consigliamo il futuro armatore, sia che questi sia un semplice possessore di un natante, che un ricco proprietario di mega yacht da decine di milioni di euro.

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