Dislocamento, la sostenibile “leggerezza” dell’essere

di Redazione Commenta

Dislocamento leggero

Da parecchi anni si discute nei vari studi di progettazione nautica se sia meglio progettare scafi con un dislocamento pesante o leggero. Il fatto è che il peso di una barca determina una quantità di parametri che interagiscono con la navigazione e ne determinano il modo.

Il concetto di dislocamento leggero o pesante è stato certamente modificato negli ultimi dieci anni dato che l’impiego, anche nella produzione di serie, di materiali compositi come le fibre di carbonio o di kevlar  e l’introduzione di vele particolarmente performanti ha determinato una riduzione complessiva del peso degli scafi, senza che questo potesse compromettere la resistenza residuale delle strutture.

Personalmente preferisco sempre una barca con un dislocamento leggero e con linee d’acqua molto filanti ed un baglio massimo non troppo arretrato. La cosa importante è che lo scafo si sviluppi in modo corretto e proporzionale.

In realtà la tendenza dei progettisti è sempre più orientata alle esigenze del mercato che ricerca barche medio piccole 12- 13 metri con 3 o 4 cabine, così inevitabilmente le strutture interne devono essere tali da impedire la diminuzione del peso complessivo.  

Non è assolutamente vero che una barca leggera si pianta su ogni onda, questo dipende solo dalle linee di carena e dalla capacità di equilibrio del progetto, al contrario una barca pesante con poco vento non sarà mai performante e quindi necessiterà sempre di un motore potente ed un armo altrettanto sviluppato, così da sopperire alla mancanza di velocità. 

Certamente per chi compra una barca da crociera non ha molta importanza avere un dislocamento leggero o pesante, dato che la maggior parte delle volte i proprietari preferiscono utilizzarla nei periodi estivi dove il vento scarseggia quasi sempre, soprattutto in Mediterraneo, e pertanto avere un motore potente è meglio di un dislocamento leggero.

Nelle barche da crociera di serie, i progettisti, realizzano barche con dislocamento medio-pesante così da mediare i limiti tecnici di una o dell’altra impostazione  tecnica, senza però privilegiare la navigazione a vela, cosa certamente non molto logica visto che questa tipologia di mezzo è nato proprio per questo scopo.

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