Dubai Marina, lo bolla dello yachting di lusso è scoppiata?

di Redazione Commenta

Marina di Dubai

Da alcuni decenni gli Emiri hanno iniziato a spostare il loro core business dagli investimenti petroliferi a quelli immobiliari realizzando, in pieno deserto, delle vere e proprie città super moderne ed all’insegna del lusso.

La nautica, brand di rilievo nel settore dei beni di lusso, è stata oggetto di forti investimenti da parte dei regnanti degli Emirati Arabi Uniti.

In pochi anni abbiamo visto sorgere, rubando lo spazio al mare, isole artificiali come il The Palm o il The World; dove oltre agli appartamenti o ville sono stati realizzati posti barca per i proprietari, che potevano così sfoggiare il loro panfilo attraccato di fronte alla lussuosa dimora.

Ma si sa gli Emiri amano ostentare ed esagerare, così in una sorta di gara al rialzo tra Abu Dhabi e Dubai si è scatenata una vera corsa al primato, dove lo scopo è realizzare nuovi insediamenti turistici.

La nuova marina di Dubai, una vera e propria città della nautica da diporto da oltre 2 milioni 300 mq, sta per essere terminata proprio sulle sponde del golfo Persico, nonostante la notizia di qualche settimana fa della società immobiliare di stato degli EAU, che dichiarava l’insolvenza per oltre 50.000.000 di dollari.

La notizia è stata un vero e proprio maremoto per tutti gli investitori immobiliari del mondo, dato che  la maggior parte degli analisti finanziari considerava gli Emirati una vera e propria cassaforte, al pari della più vecchia Svizzera.

I prezzi delle case e dei posti barca in pochi mesi sono praticamente crollati ed il rendimento degli investimenti e dei fondi ad essi legati è stato praticamente annullato nel giro di poche ore.

Nonostante le previsioni non rosee per il prossimo futuro, vista anche la congiuntura internazionale non favorevole, mi sembra che la catastrofe sia parzialmente rientrata e pian piano le cose si sistemeranno. Del resto nel mondo non esistono altre nazioni che abbiano creato condizioni tali per favorire lo sviluppo imprenditoriale del settore nautico come i paesi del Golfo.

Lo sviluppo prossimo futuro non può essere che in queste zone del globo, visto che ormai la vecchia Europa è satura così come quello made in USA.

Montecarlo, Miami, Newport, Saint Tropez, ecc. orami sono troppo sfruttate ed inflazionate mentre il turismo nautico legato agli investimenti dei petrodollari – ora petroeuro – continua ad essere strategico nonostante le difficoltà del momento.

Clima favorevole, mare e natura pressoché incontaminata, poca densità abitativa sono condizioni fondamentali per cui puntare sullo sviluppo turistico legato alla nautica da diporto. Forse l’eccessiva corsa poteva e doveva essere rallentata, ma questo non dipende sempre dalla volontà dei singoli dato che denaro attira denaro e turismo investimenti.

Per chi vuole investire, adesso è il momento buono visti i prezzi molto favorevoli, anche se permane un piccolo rischio latente; al contrario, per chi ha già investito, è sempre meglio aspettare che ritornino condizioni più opportune piuttosto che vendere sull’onda della paura.

Non sono un analista certo, ma credo di non sbagliarmi di molto se penso che il futuro delle nautica, anche di quella a vela, sarà nel mare d’Arabia piuttosto che nel Mediterraneo.

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