Emergenza nucleare, e il mare come sta?

di Redazione Commenta

Ieri, ho sentito che la nube tossica arriverà anche in Italia, prima toccherà alla Francia. Dicono che non ci saranno conseguenze per la salute, dicono. Come dicono anche che, un disastro del genere non potrebbe mai accadere con le centrali nucleari di nuova generazione che vorrebbero costruire in Italia.

Intanto, penso alla povera gente del Giappone, che ha perso tutto, al nostro Pianeta, sempre più bistrattato e ora, tocca anche al mare.

Proprio ieri, le autorità giapponesi hanno iniziato a fare una serie di test per valutare il livello delle radiazioni nell’acqua del mare. Dopo il sisma e lo tsunami dell’11 marzo, si sono verificate delle perdite dai reattori della centrale nucleare di Fukushima.

Per cercare di raffreddare i reattori, come certamente saprete, sono state riversate tonnellate di acqua del mare nel sistema di raffreddamento, e molti esperti si stanno interrogando sulle possibili conseguenze di una simile procedura.

Lo stesso Najmedin Meshkati, esperto di energia nucleare e di ambiente alla University of Southern California,  si chiede in che modo verrà trattata quest’acqua, o se semplicemente tornerà in mare. I funzionari del governo giapponese, ha ammesso che una parte dell’acqua è già stata riversata nelle acque.

La Tepco, la società che gestisce la centrale nucleare, ha fatto sapere che i livelli di iodio 131 rilevato nei campioni di acqua marina prelevati vicino alla centrale, superano di 126,7 volte la soglia del limite consentito. Mentre, i livelli di Cesio 134 sono 24,8 volte maggiori e quelli del Cesio 137, 16,5 volte più elevati del limite consentito. Inoltre, sono state rinvenute anche tracce di Cobalto 58.

A fronte di tutto questo, è impensabile non interrogarsi sul ritorno del nucleare in Italia, considerando che il nostro Paese è sismico ed è a rischio idrogeologico, ma abbiamo il sole e il vento, ed io continuo a pensare che solo lo sviluppo sostenibile è il nostro futuro.

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