Kaidoz, esercizio di stile ?

di Redazione Commenta

Recentemente, scorrazzando per vari siti web di alcuni cantieri, mi sono imbattuto in quello della Kaidoz Yacht. Un cantiere francese che ha fatto dell’innovazione tout court, la sua filosofia principale. 

A vedere alcune foto delle barca i puristi delle linee rimarranno a bocca aperta, vista l’inconsuta forma della “tuga” , sostituita da una struttura mobile.  Sicuramente bisogna essere veramente coraggiosi per poter disegnare e realizzare una barca del genere, soprattutto in un momento come questo, dove il mercato della nautica mondiale è certamente in ribasso.

Personalmente non posso certo dire che questa barca mi piaccia, ma ha parte le considerazioni personali trovo il progetto degno di nota e di riflessione. L’impostazione principale verte sulla realizzazione di una barca concepita per essere vivibile completamente all’aperto a 360 gradi, tanto che il progettista ha  eliminato la tuga.

Al suo posto è stata realizzata una struttura portante in alluminio ad archi che sovrasta tutta la coperta  e che consente si chiudere il pozzetto con delle parti mobili gonfiabili, le quali  all’occorrenza possono essere inserite per chiudere tutta la zona. Con questo sistema i progettisti garantiscono un buona possibilità di ripararsi  dal sole e dalle onde, sia durante la navigazione che nelle soste in rada.

Questa scelta ha comportato una diversa impostazione anche per quanto concerne le manovre correnti e la sistemazione dei pesi, che per necessità sono state tutte poste verso il centro barca cosi da bilanciare la sovrastruttura.

A leggere quanto asserito dagli stessi progettisti, nelle prove e nei test effettuati, la barca risulta essere molto  ben equilibrata e capace di performance all’altezza di imbarcazioni assai più blasonate. Ovviamente gli interni sono in stile minimalista e possono offrire un discreta comodità solo se si pensa di utilizzare questo scafo per crociere giornaliere, senza avere la velleità, a parer mio, di poter eseguire lunghe crociera d’altura.

Se poi consideriamo che il prezzo di vendita, di questo dieci metri, non è certamente tra i più economici della categoria, non mi stupirebbe se questo progetto avesse poco successo commerciale, visto che la moderna clientela del diporto, guarda più a quante cabine offre una barca che alla sua capacità di navigare in tutte le condizioni.

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