Marcel Bich, il “Barone” della vela

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Marcel BichMarcel Bich è stato certamente un personaggio unico nelle storia del XX secolo e non solo per aver rivoluzionato il  mondo della scrittura creando la prima penna a sfera nel 1953,  dopo aver acquistato il brevetto dall’ungherese Làzalò Birò, ma soprattutto per aver avuto la capacità di creare una nuova visione del mondo del lavoro e degli affari con genio e poesia, con l’ ostinazione e la scaramanzia,  con il segreto e l’ astuzia, ma soprattutto con la fantasia ed il gusto della ricerca sempre di una nuova frontiera.

Di origine savoiarda, Marcel Bich nacque infatti a Torino del 1914 alla vigilia della I° guerra mondiale, e figlio di un ingegnere dalle nobili origini, Marcel Bich, nel dopoguerra, lavorò come semplice rappresentante di inchiostri. Quando l’inventore ungherese, nel 1953, gli offrì il brevetto della penna a sfera si buttò nell’ avventura per polverizzare l’ impero delle penne stilografiche.

Il successo fu mondiale, basta pensare che ogni anno ben 15 milioni di penne a sfera vengono vendute in tutto il mondo. Ignorato dall’ establishment francese, quello un po’ barocco e molto snob, Marcel Bich ha costruito la sua fortuna nell’ ombra. Nessun giornalista ha mai potuto visitare la sua fabbrica di Clichy, nei dintorni di Parigi. Quando gli veniva chiesta un’ intervista, ha sempre fatto rispondere dalla sua segretaria giapponese: “Il barone lavora, non ha tempo da perdere”. I giornalisti sapevano di non essere gli unici a subire questo trattamento. Insieme a loro Marcel Bich considerava una sciagura anche i banchieri e i tecnocrati. Uomo schivo ed abitudinario oltre la famiglia ed i suoi 11 figli, l’unico vero amore e passione era la vela ed il mare.

In particolare verso la fine degli anni sessanta si era messo in testa di strappare agli americani la coppa della “cento ghinee” il trofeo vinto quasi 100 anni prima dallo Schooner America e mai più ritornato in Europa. Quando nel 1967 il New York Yacht Club gli comunicò che avrebbe dovuto attendere altri sei anni per poter lanciare la sua sfida al Defender, visto che gli Australiani si erano già prenotati per la competizione del 1970, rispose:

Nessuno è immortale. Chi può dire che cosa farò tra sei anni? È adesso che voglio lanciare la mia sfida. Tutto quello che dovete fare è organizzare delle regate di selezione per gli sfidanti!

Il Barone insistette e fu accettato; così nacque la prima serie di regate eliminatorie tra challenger che nel 1983 prese il nome di Louis Vuitton Cup. La sua sfida personale alla Coppa America, in realtà, era iniziata  qualche anno prima, infatti già nel 1966 il barone comprò alcuni scafi 12-metri per veleggiare in vacanza, tra cui l’ inglese Sovereign, che aveva tentato l’impresa nel 1964, ed in seguitò comprò anche il defender del 1964, Constellation, e Kurrewa.

Sebbene in possesso di tre scafi di Coppa, la strada era ancora lunga. La Francia non aveva mai costruito un 12-metri e non aveva alcuna esperienza in match racing. Infatti, quasi nessun francese aveva mai sentito parlare della Coppa! Consapevole dell’età della sua flotta, il barone cercò di procurarsi Intrepid, il rivoluzionario scafo di Olin J Stephens che aveva vinto l’America’s Cup nel 1967. Intrepid era stata una barca rivoluzionaria, con trim tab e timone separato e un incredibile piano velico. Ma Bich non riuscì nell’impresa.

Bich decise allora di andare direttamente in America, la patria dei più veloci 12-metri e di chiedere ad un progettista di disegnare una barca per lui. Le regole di nazionalità non avrebbero mai permesso a quella barca di regatare ma almeno egli avrebbe avuto un punto di riferimento importante. In gran segreto, come in un film di spionaggio, fu contattato Britton Chance, uno dei progettisti più rinomati, secondo forse solo ad Olin J. Stephens. Ai piedi della Alpi Svizzere fu varato, nel 1969, Chancegger una barca laboratorio che doveva servire per realizzare la barca che avrebbe partecipato alle regate del 1970.

Usando questo scafo come modello, il designer francese André Mauric realizzò poi la barca da regata ufficiale. France I nacque quindi a Pontarlier mentre Marcel Bich muoveva i suoi primi passi verso l’America’s Cup, come un vero “Barone” della vela.

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