Nave Costa Concordia, al via lo svuotamento di carburante

di Redazione Commenta

Sono trascorsi 10 giorni dal naufragio della Costa Concordia. Il mare ha restituito altri 2 corpi, e mentre le ricerche dei dispersi continuano senza sosta, il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, ha dato il via all’operazione di defueling, per svuotare la nave del carburante. La decisione arriva proprio quando una macchia d’olio è stata avvistata al largo dell’isola del Giglio.

Il fatto è stato riferito da alcuni residenti, ma è stato confermato anche dalla struttura del commissario per l’emergenza. Si tratta di una chiazza d’olio di 300 metri per 200 che sarebbe fuoriuscito nei giorni scorsi o subito dopo l’incidente della Costa Concordia. Successivamente il liquido si sarebbe depositato sul fondo e ora starebbe risalendo a galla, a distanza dalla nave, portato dalle correnti.

Sino ad oggi, si contano 15 morti accertati e 24 dispersi ufficiali. Come ha spiegato Gabrielli:

Proseguiremo le ricerche dei dispersi finché potremo ispezionare la nave e finché ci saranno le condizioni di sicurezza. E se ci saranno corpi sotto lo scafo sarà possibile recuperarli solo quando la nave sarà di nuovo in asse.

Le operazioni di defueling dovrebbero durare circa 1 mese, ma c’è un’azienda di Siracusa, con commesse in tutto il mondo, che sostiene di avere la tecnologia per ridurre i tempi di trasferimento delle 2.400 tonnellate di gasolio a un paio di giorni. La disponibilità, infatti, è già comunicata al Ministero dell’Ambiente e al Dipartimento della Protezione civile.

Passeranno ancora molti giorni prima che questa ferita umana e ambientale inizi soltanto a rimarginarsi. Al dramma delle vittime del naufragio e dei familiari che li hanno perduti per sempre, si aggiunge il danno ecologico, anche se molti tentano di minimizzare, affermando che non ci sono inquinanti nel mare che possano preoccupare, se non qualche chiazza lievissima di olio lubrificante…

Eppure, la nave Concordia, sebbene non rischi di sprofondare su fondali più bassi, resta una scatola piena di carburante, oli, tensioattivi, acidi e solventi, che minacciano le acque cristalline dell’Isola del Giglio e della costa limitrofa.

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