Le notizie che mi giungono sempre più spesso dalla splendida Isla Margarita in Venezuela,  dicono che lì la criminalità sia in costante aumento e per i noi velisti, quello che un tempo era un paradiso, oggi sta diventando una zona off-limits.

La recente la notizia dell’assassinio di un velista romano, il trentaseienne Emiliano Astore il cui corpo è stato trovato il 29 agosto a bordo della sua imbarcazione, Yuncano Miami, ormeggiata in una baia dell’isola, conferma i miei fumesti sospetti  sull’isola del caraibica meta, un tempo, assolutamente sicura tanto che i turisti stranieri potevano scorrazzare in ogni luogo liberamente  anche a tarda notte.

Avendo passato lunghi periodi, in questo splendido paradiso, posso testimoniare che una volta, a Margarita, non si correva nessun pericolo per la propria incolumità, a differenza della capitale Caracas dove scippi, rapine ed omicidi, anche di turisti, erano all’ordine del giorno.

Quello che più  sorprende è che gli autori dell’omicidio del velista romano siano stati  dei poliziotti, proprio coloro i quali dovrebbero invece salvaguardare e difendere l’incolumità altrui. Sembra infatti, secondo quanto riferito dalla procura di Porlamar, che a casa di tre agenti della locale polizia siano stati ritrovati i computer portatili del nostro connazionale e che gli stessi abbiano ammesso che la causa della morte di Astore sarebbe dovuta una rapina finita male.

Alcuni anni fa, invece, erano stati dei pirati, provenienti dalla costa, ad assaltare una barca a vela italiana, uccidendo lo skipper che si era ribellato alla loro azione violenta. La causa di questa escalation è da ricercarsi, senza dubbio, nel peggioramento della condizioni sociali della classe più debole, che ridotta alla fame si lascia coinvolgere in scorribande e rapine verso coloro i quali sembrano a prima vista le prede più facili: i turisti.

La cosa più preoccupante è che la criminalità, che prima era molto pericolosa solo nella capitale, oggi sempre più spesso si sta diffondendo in aree del paese dove, in precedenza ,si viveva  dignitosamente seppur  la popolazione non aveva alcuna richezza per il sotentamento. Era questo certamente lo spirito di un popolo mite e non avezzo alla violenza.     

Oggi il consiglio che sento di poter dare, a chi si vuole recare in Venezuela in barca, è quello di scegliere porti o marina vigilati e di non sostare da soli in baie od approdi isolati, dove è facile incappare in folli assassini, spalleggiati magari anche da parte della polizia locale.

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