Otam 58 open, solo per “uomini duri”

di Redazione 1


Come vi sentireste se voi foste alla guida di un TIR, da trenta tonnellate, correndo alla velocità di 200 all’ora? La risposta non esiste visto che nessun camion con rimorchio riesce a toccare certi limiti, ma per chi ama la nautica una possibilità c’è: quella di provare un Otam 58 open che, per dimensioni e peso, è  molto simile ad un diciotto ruote.

Questo super motor yacht, costruito in tipico stile mediterraneo, consente velocità sull’acqua prossime ai 100 km orari, mantenendo confort e abitabilità di una tipica barca da crociera. Le sensazioni sono al massimo e l’adrenalina aumenta non appena si spinge sulla manetta del gas.

La sfida parte  dalle linee di carena e prosegue con la scelta dei propulsori sino ad arrivare allo studio delle eliche appositamente progettate per questo tipo di barca.

Grazie ad un amico armatore, neo proprietario di questa splendida barca, ho potuto provare le caratteristiche di questo Otam 58 open, motorizzato con due Caterpillar C32 da oltre 1600 hp.

Il mese di gennaio, certamente,  non è quello più indicato per provare una barca aperta, ma la riviera ligure, anche in pieno inverno, sa offrire giornate di sole e clima mite.

Una volta usciti dal porto l’amico Franco inizia a lanciare la barca è in poco meno di 25 secondi siamo già in planata a circa 1700 giri/min alla velocità di 26 nodi. Dopo circa un quarto d’ora di navigazione tranquilla, giusto per saldare i motori, prendo il comando dell’imbarcazione. Lo scopo della prova è mettere alla frusta la barca per vedere le reazioni ed il comportamento dello scafo al top delle prestazioni. Dando fondo alle manette si toccano i 54 nodi, con un regime di rotazione dei motori leggermente superiore ai 2300 giri/min ed un assetto positivo con il trim in I° posizione  , per addolcire il beccheggio sull’onda l’unga.

La sensazione di potenza dello scafo è netta e l’adrenalina scorre nelle vene aumentando la soglia d’attenzione visto che un minimo errore, a queste velocità, potrebbe creare non pochi danni sia alle appendici idrodinamiche che alle trasmissioni delle eliche di superficie.

L’ingresso sull’onda è sempre morbido anche quando l’impatto avviene sul dritto di prua. Ottimo il parabrezza che protegge il pilota sia dal vento che dagli spruzzi. Nelle virate strette lo scafo non si scompone minimamente mantenendo sempre un’ottima direzione nel raggio curvatura, senza mai superare i 25 gradi di inclinazione. Tutto ciò è possibile grazie alla carena a V profonda, con angolo di dietro costante superiore ai 24 gradi, e tre pattini di sostentamento idrodinamico.

Dopo circa un’ora di prova i consumi registrati si aggirano intorno ai 200 litri per motore, mentre se si viaggia alla velocità di crociera di 27 nodi/h l’autonomia teorica è di oltre 330 miglia nautiche, non male per questo “bestione” di 18 metri.

Una volta rientrati in porto l’amico Franco mi confida il suoi timori nell’affrontare virate secche a oltre 45 nodi, ma al contempo è felice per aver scoperto delle doti sorprendenti del suo Otam 58.

Secondo il mio giudizio questa barca è perfetta per un armatore con molte miglia di navigazione ed una buona esperienza di guida, altrimenti non gli sarà possibile cogliere le differenze di sensazioni e di prestazioni di uno scafo realizzato appositamente per poter affrontare condizioni di mare formato, a discapito di quelli nati solo per lo show da banchina, che per lo più svolgono le funzioni della seconda casa per le vacanze.

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