Primo porto in Croazia per yacht fino a 140 metri

di Redazione Commenta

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A Sebenico, la città costiera della Croazia, entro la primavera aprirà i battenti un nuovo porto in grado di ospitare yacht fino a 140 metri di lunghezza. La struttra, finanziata dalla società turca Dogus Group, con un investimento di ben 15 miliardi di euro, sarà inaugurata tra aprile e maggio, e comprenderà fino a 79 posti barca.

Oltre alla realizzazione del nuovo porto dedicato ai mega yacht, la compagnia turca ha già ampliato una parte del marina di Mandalina che attualmente offre riparo a 367 imbarcazioni fino a 80 metri di lunghezza. La Dogus Group, inoltre, ha annunciato che entro giugno inizierà la costruzione di un nuovo complesso alberghiero (“Sibenik”) nella zona di Kuline. La prima fase del progetto, il cui valore ammonta a 20 milioni di euro, prevede la realizzazione di un hotel di 80 camere e 160 posti letto.

La Croazia, dunque, diventa sempre più una meta allettante per i turisti, e se l’Italia pensava di scongiurare il pericolo della fuga degli yacht dai porti italiani verso “lidi” più convenienti, con l’introduzione della tassa di possesso, scalzando quella di stazionamento, forse, ha cantato vittoria troppo presto. La Croazia, infatti, da sempre fa gola ai doportisti non solo per le sue bellezze naturali, che pure sono notevoli, ma soprattutto per la convenienza.

Anche in Croazia è in vigore una tassa sulle barche, tuttavia, viene applicata esclusivamente al soggiorno dell’imbarcazione, e con costi decisamente molto contenuti. Tuttavia, con il decreto liberalizzazioni, che ha introdotto la tassa di possesso, e la trasformazione dell’attuale imposta giornaliera ad annuale, il settore nautico italiano dovrebbe tirare un sospiro di sollievo.

La fuga degli yacht e delle piccole imbarcazioni dai nostri porti turistici verso quelli stranieri fiscalmente più convenienti, e la liberalizzazione del noleggio occasionale, infatti, dovrebbe dare un nuovo impulso all’intero comparto nautico, che rischiava seriamente di collassare, producendo un danno economico non indifferente, anche per le casse dello stato…

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