Il gennaker portato sullo skiff

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Il gennaker, la cui parola deriva dall’incrocio tra “genoa” e “spinnaker”, è una vela che ha modificato la tecnica di navigazione nelle andature “portanti”, specialmente per quanto riguarda lo skiff. Proprio come suggerisce il nome stesso, si tratta di uno spinnaker con taglio asimmetrico e/o di un genoa enorme e leggerissimo, murato su un bompresso che può essere considerato come un “prolungamento” della prua della barca a vela.

Sugli skiff si arma il gennaker non solo per la facilità delle manovre che non prevedono tutti i problemi legati allo spinnaker e al tangone, ma anche perchè è una vela ottimizzata per il moto laminare. Che cosa significa questo?

Il gennaker è una vela che viene utilizzata di norma nelle andature “portanti” – la barca viene “portata” dal vento – poiché più tela si offre al vento e più la nostra barca andrà veloce. Tuttavia, per quanto riguarda lo skiff, la cosa cambia.

La grande velocità che può raggiungere questo tipo di imbarcazione fa si che il vento apparente ruoti notevolmente verso prua, creando sulle vele un angolo di incidenza tale da generare un moto laminare anche nelle andature “portanti”.

Ricordo che il “moto laminare” è quel particolare flusso d’aria che genera portanza su una barca a vela nelle andature montanti.

Quindi, nonostante la presenza del gennaker e nonostante la consapevolezza di essere al lasco o al gran lasco, randa e fiocco andranno regolati adeguatamente come se si fosse in bolina. In fondo è la sensazione del vento apparente che conta!

Per quanto riguarda le regolazioni, il gennaker non è complicato: affinché porti bene bisogna lasciarlo “respirare” in modo che il vento scorra velocemente su di esso in moto laminare. Lasciarlo “respirare” significa lascarlo il più possibile fino a quando il bordo d’ingresso del vento non fa una piega – la cosiddetta “orecchia” – la quale corrisponderebbe al “fileggiare” di randa e fiocco.

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