Scoprire un relitto con la tecnologia per subacquei

di Redazione Commenta

I subacquei hanno a disposizione una nuova tecnologia per la scoperta dei relitti subacquei. Si tratta di uno strumento che durante le immersioni consente di conoscere le specificità di quello che hanno di fronte. 

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È stato presentato alla Soprintendenza del Mare il Sistema interattivo di fruizione di beni archeologici subacquei che permette ai sub di sapere tutto sul relitto che stanno osservando sott’acqua. Com’è facile immaginare si tratta di un’estensione del sistema che è già in uso per i monumenti. In pratica adesso puntando il telefonino su un monumento se ne interpreta il cartellino digitale e si ottengono le informazioni utili per conoscere il monumento stesso. Lo stesso sarà possibile farlo nelle profondità marine. Spiega Nautica.it

Il sub arriverà davanti al relitto sommerso dove troverà una piccola boa con una targhetta, e tramite un apposito dispositivo che decodifica le informazioni contenute, saranno mostrate al visitatore le informazioni sul reperto che sta osservando con la possibilità di scegliere la lingua: italiano o inglese. L’innovativo sistema sarà in funzione nei sette itinerari culturali subacquei realizzati nell’ambito del Programma Operativo Interregionale Attrattori culturali, naturali e turismo (POIn) con il progetto “Itinerari Culturali Subacquei in Sicilia”. A Taormina sarà quindi possibile visitare il cosiddetto “Relitto delle colonne”, a Capo Passero il Relitto dei marmi, a Ustica Punta Falconiera e Punta Spalmatore, a Noto il Relitto delle anfore, a Marettimo il Relitto dei cannoni e a Marzamemi ancora il Relitto delle colonne.

Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare per la Regione Siciliana ha spiegato in breve l’importanza del progetto:

“La divulgazione e la valorizzazione del patrimonio culturale sommerso sono stati fin dagli inizi una delle attività più sentite della Soprintendenza del Mare progettando ed attivando, tra le molteplici attività, i percorsi/itinerari o parchi archeologici subacquei visitabili in linea con i principi della Convenzione Unesco sulla protezione del patrimonio culturale sommerso. Tale iniziativa si basa sulla convinzione che la tutela del mare non può prescindere dalla conoscenza e dalla sensibilizzazione non solo dei cosiddetti addetti ai lavori, ma anche del pubblico più vasto.”

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