Manovra Monti, la tassa sulle barche punto per punto

di Redazione 34

Tempi duri per i proprietari di scafi a vela e a motore, ma anche per i cantieri. La manovra Monti, infatti, colpisce nel vivo il settore della nautica da diporto, che nell’ultimo anno ha visto i suoi fatturati notevolmente ridimensionati e che rischia, secondo il presidente di Ucina, di essere ulteriormente penalizzato. Vediamo nel dettaglio i punti principali della nuova tassa di stazionamento sulle barche, che entrerà in vigore a partire dal 1 maggio 2012.

Costo della nuova tassa di stazionamento sulle barche

Lunghezza barca Tassa giornaliera Tassa annuale
10,01 m – 12 m 2,5 € 912,5 €
12 m – 14 m 4 € 1.460 €
 14,01 m -17 m 5 € 1.825 €
17,01 m – 24 m 15 € 5.475 €
24,01 m – 34 m 45 € 16.425 €
34,01 m – 44 m 103,5 € 37.777,5 €
44,01 m – 54 m 186 € 67.890 €
54,01 m – 64 m 260,5 € 95.082,5 €
oltre 64 m 351,5 € 128.297,5 €

I punti principali della tassa di stazionamento sulle barche

La tassa di stazionamento si pagherà a partire dal 1 maggio 2012, e riguarda tutte le barche che navigano, sono ormeggiate o ancorate in acque o porti italiani. La lunghezza della barca si calcola considerando la lunghezza fuori tutto. Le barche a vela pagano il 50% in meno rispetto a quelle a motore. Se la barca si trova in area di rimessaggio non è tenuta a pagare la tassa di stazionamento. Se si omette il pagamento della tassa o si ritarda lo stesso si va incontro ad una sanzione che oscilla dal 200 al 300% della somma non versata, oltre all’importo della tassa. La ricevuta di pagamento va esibita al distributore del carburante o al comandante dell’unità da diporto all’agenzia delle dogane. Le barche in leasing pagano lo stesso la tassa. Riguardo alla modalità di pagamento, si attende un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate.

La tassa è ridotta alla metà per le unità con scafo di lunghezza fino a 12 metri (a vela e a motore), utilizzate esclusivamente dai proprietari residenti, come propri ordinari mezzi di locomozione, nei comuni ubicati nelle isole minori e nella Laguna di Venezia. Non sarà applicata alle unità di proprietà o in uso allo Stato e ad altri enti pubblici, a quelle obbligatorie di salvataggio, ai battelli di servizio, così come alle unità da diporto possedute ed utilizzate da enti ed associazioni di volontariato esclusivamente ai fini di assistenza sanitaria e pronto soccorso.

Che ne pensate? Avete qualcosa da contestare o trovate che la manovra Monti sia equa?

Commenti (34)

  1. Semplicemente pazzesco per il mondo dei velisti. Ci sono persone da poco più di 1000 euro al mese che hanno coronato il sogno di una vita comprandosi un alpa 10.5 anni ’70 per 10-15 mila euro oppure il mitico grandsoleil 34 anni ’80 per 20-25 mila euro e poi con sacrifici e lavoro personale lo hanno messo a posto e continuano e tenerlo in ordine. Facevano già fatica a permettersi 1000 o 2000 euro di posto barca e rimessaggio ed adesso si ritrovano altre 1000 euro di tasse all’anno. Da aggiungere a quelle per la casa e l’aumento della benzina per l’auto.
    Si vuole distruggere un mondo di veri appassionati ? Se il “ricco” con la barca da 300mila euro storgendo il naso riuscirà a cacciare 4mila euro all’anno, molti, moltissimi velisti con vecchie barche tra i 10 e gli 11 metri dovranno svendere l’oggetto delle loro cure e rinunciare ad un sport, ad un hobby, ad una passione al loro piccolo sogno…

    1. Sono d’accordo con te, anche Soldini ha espresso la sua delusione sulla reintroduzione della tassa di stazionamento, anche perché come giustamente fai notare, chi ha una barca non è necessariamente un “riccone”, e ha fatto il grande passo di comprare un Alpa 10.5 o un grand Soleil 34 solo dopo tanti anni di sacrificio. Questa manovra non aiuta di certo né gli armatori, tanto meno le imprese del settore nautico, per non parlare dei porti. E’ l’evasione che bisogna combattere strenuamente, e di certo non lo si fa paragonando una barca a vela da 10 metri ad una seconda casa o a un elicottero.

  2. Un problema non indifferente è capire i criteri di misurazione. Il decreto fa riferimento alle norme en/iso/din 8666 che secondo me profano, non è affatto chiaro. Il problema è fondamentale per tutti (TANTI) possessori di 32- 33- 34 piedi. Perche lo scafo è sempre sotto i 10 metri poi cin il fuori tutto, va oltre. Pero la normativa esclude appendi mobili, Delfiniere, pulpito ecc. Potreste chiarirlo. Grazie

    1. Si, hai sollevato una questione molto importante. Chiaramente, è fondamentale capire quali sono i criteri di misurazione. Nella manovra si parla di lunghezza fuori tutto, ma nella norma non si parla di pulpito, delfiniere e co., su questo bisognerebbe informarsi meglio, anche se dubito sia una cosa semplice visto che non se ne fa menzione. Sarà nostro compito approfondire la questione, grazie.

  3. Se le cose stanno cosi, rispondetemi ad un paio di quesiti.
    Visto che la tassa è applicata al periodo che una barca naviga o staziona o è ancorata in acque italiane, come fai a decidere in anticipo (poichè la tassa si paga per l’anno che deve trascorrere)
    per quanti giorni stazionerai in acque italiane?
    Se stai all’estero con la tua barca per un certo periodo, dopo che hai pagato la tassa per tutto l’anno, cosa fanno teli danno indietro?
    Come giustifico i periodi di permanenza fuori dall’Italia? o fuori dall’acqua?
    Se vado all’estero e sto in un porto posso portare le fatture dei porti come prova, ma se, per esemipo faccio 4 mesi di rada in Francia, come giustifico questa non permanenza nelle acque italiane?
    Sapete rispondermi? o sono io che ho capito male tutto.
    Grazie Lorenzo

    1. Ciao Lorenzo, ti confermo che la tassa è applicata sia che una barca navighi (nelle acque italiane) sia che stazioni o sia ormeggiata presso i porti italiani. La tassa, dal momento che entrerà in vigore (1° maggio 2012), viene pagata in base alle proprie esigenze. Ad esempio se tu non sai se la terrai ancorata al porto di xxx, è preferibile che la tieni in rimessaggio, in questo caso non devi sborsare nulla. Dubito, però, che se stai all’estero, pur avendo pagato la tassa, ti vengano restituiti i soldi… Giustificare i periodi fuori dall’acqua o fuori dall’Italia non è richiesto dalla normativa, l’unica “prova” a carico dei proprietari di scafi è la ricevuta di pagamento, che va esibita al distributore del carburante o al comandante dell’unità da diporto all’agenzia delle dogane. Spero di esserti stata utile 😉 E’ normale che ci sia un po’ di scompiglio e che alcuni aspetti non siano molto chiari. Io, come tanti, spero solo che venga ridimensionata e più equamente distribuita, di più non chiedo, anche perché credere che la tassa venga cancellata è pura utopia 🙁

  4. Io lavoro con la barca ed e’ ad uso esclusivo per il noleggio come riportato sul libretto . Devo pagare la tassa ? E allora la pagheranno anche i pescherecci ?

    1. bella domanda!

  5. l’idea che mi sono fatto è che la misura da utilizzare per il calcolo è la lunghezza dello scafo senza tutte le parti aggiunte, la vetroresina netta…
    nel mio caso, grand soleil 34 del 1982, provvederò a fare una misura precisa la prossima settimana, ma per quello che ho trovato su internet dovrebbe oscillare tra i 9,70 ed i 10,11, spero di restare dentro!
    ho chiesto un dato ufficiale ai cantieri del pardo e spero di avere presto una risposta.
    intanto bv

    1. Il Grand Soleil 34 dovrebbe misurare 10,11 se non vado errato… Spero proprio di sbagliarmi. Tienici aggiornati su cosa ti dicono i cantieri del Pardo. Come molti, mi auguro che prima di entrare in vigore, questa tassa sulle barche, venga rivista e resa più equa.

  6. Speriamo non si dimentichino la vetusta’ delle imbarcazioni, una cosa importantissima, anche perche’ quando si pagava la tassa di stazionamento alla capitaneria di porto la vetusta’ era ampiamente considerata. Non si puo’ considerare un lusso una imbarcazione di trenta quaranta anni fa’ del valore di poche migliaia di euro mantenuta con sacrifici dagli amanti del mare della vela della pesca sportiva, rispetto alle imbarcazione nuove o seminuove del valore di centinaia di migliaia di euro!!!!!

  7. Basta parole!! si deve scendere in piazza..e se nn basta nessuno nessuno dovra’ pagare… Bastaaaaaaaa maledettamente bastaaaaa!!!

  8. Secondo me, la tassa sulle barche è il frutto della presunzione, diffusa in Italia, che chi ha la barca non solo è ricco ma è anche un evasore. Non c’è altra spiegazione. Infatti non si capisce perchè un signore che ha la barca (comprata con soldi sui quali ha già pagato le tasse) deve essere assoggettato a una tassa in più rispetto a un altro signore col medesimo reddito ma senza barca.

    1. Non posso che essere d’accordo con te, molti credono che chi possiede una barca ha soldi a palate ed è senza dubbio un evasore, purtroppo, nella gran parte delle volte si tratta solo di un pregiudizio. I veri evasori, ahimé, se la sono già svignata, con tanto di barche a seguito…

  9. Secondo me un danno grave prodotto dalla tassa, che si aggiunge al danno economico per il settore nautico e per i diportisti, è dato dalla sua profonda ingiustizia perché mina la credibilità del governo e accresce la sfiducia dei cittadini. Il cittadino con la barca è considerato in grado di contribuire più di un cittadino senza barca a parità di reddito. Ma perché? Ma se si pensa che il cittadino con la barca è potenzialmente un evasore non era più serio fare prima un controllo a campione sui redditi denunciati dai proprietari delle barche? Se non altro per quantificare il fenomeno! L’estate scorsa la Guardia di Finanza, nel quadro di una azione di contrasto all’evasione fiscale, rilevava i dati delle barche in rada. Io sono stato fermato due volte; tra l’altro mi hanno chiesto quanto avevo pagato la barca (comprata usata vent’anni prima!) ma non hanno rilevato l’anno di costruzione!. Sono convinto che non è vero che in Italia non si vuole fare la lotta all’evasione è che non si è capaci di farla questa lotta. Leggo che sul fronte della tassa si è mossa anche Assomarinas, l’associazione tra marine italiane, che paventa l’affossamento del settore nautico. Secondo me una bella botta al settore nautico gliela stanno dando anche i marina. Ormai siamo arrivati, in estate, a 120 euro al giorno per barche di 10-12 metri, a 6-8 mila euro di ormeggio annuale, più alaggio, varo,carena ecc.siamo sui 8-10 mila euro . A Fiumicino, in ormeggi che vedono 5-6 file di barche affiancate lungo gli argini del fiume, è proibito al diportista fare un qualsiasi lavoro sulla propria barca o a rivolgersi a un artigiano di sua scelta. Una vera e propria limitazione della libertà personale. Insomma, insieme alle sacrosante critiche alla tassa sarebbe anche utile uno sguardo in casa propria.

  10. E’ assolutamente pazzesco!!!! mi riferisco in particolare al turismo nautico… perchè uno yacht estero dovrebbe pagare una tassa richiesta per “risanare” il debito pubblico Italiano????? sicuramente sceglieranno altre mete europee meno care delle nostre. Con l’ntroduzione della tassa ,si prevede un calo almeno del 50% della richiesta, questo significa che ne risentirà tutto l’indotto, e mi riferisco a centinaia di migliaia di piccole imprese che lavorano maggiormente durante la stagione estiva, i dipendenti delle Agenzie Marittime e di conseguenza tutti coloro che lavorano in queste piccole imprese rischiano il posto di lavoro mettendo in seria difficoltà centinaia di migliaia di famiglie.
    Come è possibile che si voglia distruggere un settore che ha, nonostante le crisi passate , ha mantenuto sempre un buon livello???????? Perchè favorire mete turistiche europee piuttosto che del nostro paese?????? Se non permettono pìù al turismo nautico di visitare il nostro paese con quali soldi pagheremo le tante tasse che ci vengono richeste ??????? E’ un vero e proprio autogol BRAVI PROFESSORI…………

    1. Ciao Roro, sono convinta come te che questa tassa rappresenta un grave danno per la nautica tutta, e soprattutto per le piccole imprese che lavorano in modo particolare durante la stagione estiva. La fuga verso mete più economica, purtroppo, è già iniziata e Croazia e Corsica già se la godono. Io mi auguro che il Governo Monti faccia un passo indietro prima che entri in vigore.

  11. Anch’io mi auguro un ripensamento, ma sono pessimista. Non credo alla capacità del Governo Monti di fare marcia indietro con le reazioni che si avrebbero: “non si vuole far pagare le tasse ai ricchi proprietari di barche!… ” (…mascalzoni evasori che se le sono comprate coi soldi delle tasse evase!). Cari amici, penso proprio che dovremo rassegnarci. Noi, gente con la barca, siamo antipatici!
    E anche se siamo cittadini che ridistribuiscono parte del loro reddito, cioè consumiamo spendendo per l’ormeggio, la manutenzione, il rinnovo delle attrezzature, ecc. ecc. (e solo per questo meriteremmo di non essere penalizzati), siamo e rimaniamo nell’immaginario collettivo gente ricca e arrogante, che se la gode alla faccia del paese in difficoltà. Speriamo solo che introducano almeno lo sconto per la vetustà ed escludano i diportisti stranieri che vengono a spendere soldi da noi. E speriamo anche che pensino a un sistema di riscossione della tassa che sia razionale e non ci crei difficoltà. Un saluto a tutti.

  12. Chiedo scusa, correggo quanto erroneamente ho scritto nel mio commento appena inviato. Lo sconto per la vetustà è già previsto nella legge approvata.

    1. Ciao Mario,
      effettivamente, la credenza che perseguita chi possiede una barca, che li vorrebbe tutti evasori e arroganti, è piuttosto diffusa. I pregiudizi, d’altronde, sono spesso alimentati dalla mancanza di conoscenza. La vetustà, per fortuna, è stata introdotta quasi subito, ma temo non si faccia nient’altro per favorire il settore nautico e i diportisti stranieri. Per la serie, i guai sono vostri, vedetevela voi! E tanti saluti…

  13. @ emanuele:
    hai ragione.
    NON LA COMPRO PIU’ !!!!!!!!!!!

  14. Caro Antonio,
    non fare l’errore di non comprare più la barca per via della tassa perché aggiungeresti un’altra penalizzazione oltre a quella della tassa. Se questa tassa non compromette troppo il tuo bilancio forse è meglio fare un sacrificio e realizzare il sogno della barca. La barca ben ripaga le spese e il lavoro per mantenerla in buone condizioni. Sul mercato sono in vendita molte vecchie ma ottime barche, di primari cantieri, che dopo una buona revisione sono in grado di portarti lontano. Bisogna avere la pazienza di cercare e scegliere bene. Saluti e auguri. Mario.

    1. Sono d’accordo con Antonio, non tutte le barche hanno prezzi stellari, ce ne sono molte già usate, ma ancora ottime per navigare. Certamente ci vuole un po’ di pazienza, perché la ricerca con queste premesse è più lunga, ma sicuramente ne vale la pena!

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